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I danni del mancato rispetto della Sovranità della legge

La nostra PdL di iniziativa popolare sui debiti commerciali della Pa vuole liberare il sistema produttivo e far crescere il Paese

Articolo di Oreste Gallo e Riccardo Varveri pubblicato su Il Dubbio dell’11 luglio 2023

Da decenni al centro delle battaglie radicali, il mancato riconoscimento della Sovranità della Legge è divenuto sempre più il principale ostacolo alla crescita del Paese.

Che si tratti di mercato del lavoro o di rapporti tra imprese e amministrazioni pubbliche e, più in generale, tra Stato e cittadini, la Sovranità della Legge si configura come la frontiera della lotta fra due opposte concezioni della società e della politica: da un lato chi si affida alla forza per regolare i rapporti tra consociati e dall’altra chi si affida alla regola.


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Se con la proposta di legge contenente misure di contrasto della povertà miriamo a ricomporre la frattura sociale tra chi ha subito le conseguenze delle crisi ricorrenti degli ultimi trent’anni e chi, invece, non ne ha risentito, con la proposta sui debiti commerciali della pubblica amministrazione miriamo a far rispettare allo Stato la propria stessa legge nei rapporti con le imprese.

La proposta di legge novella il decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 modificando le norme vigenti in tema di certificazione dei crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati da imprese e professionisti nei confronti delle amministrazioni pubbliche a causa di transazioni commerciali con lo Stato, le Regioni, gli enti locali, il SSN e tutte le altre Amministrazioni pubbliche.

La novità consiste nel fatto che, con questa proposta, ogni impresa e professionista potrà far certificare qualsiasi credito per il completo e immediato pagamento di tutti i debiti derivanti da imposte, tasse, tributi in maniera secca, diretta e universale, superando gli attuali limiti posti alla compensabilità, consentita solo nel caso in cui il creditore contribuente sia in ritardo con adempimenti fiscali.

Nel 2022 l’Italia è stata dichiarata inadempiente dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per i persistenti ritardi nei pagamenti della P.A. Le fatture non pagate o le lunghe attese nei pagamenti, sono un grande problema per migliaia di imprese e mettono in difficoltà il sistema produttivo a causa di una pubblica amministrazione poco efficiente, che non tiene il passo con quelle dei Paesi UE con i quali ci dobbiamo confrontare quotidianamente.

Nel 2022, il debito commerciale dello Stato nei confronti dei fornitori, imprese e professionisti, ha raggiunto i 50 miliardi di euro, limitandoci alle sole spese correnti. Le spese non pagate per investimenti, ora escluse da qualsiasi compensazione, ammontano a ulteriori 10 miliardi.

Con questa proposta di legge, professionisti e imprese potranno pretendere dallo Stato il rispetto della parola data esigendo i 60 miliardi di credito per fare impresa e pagare, con regolarità e puntualità, i tributi.