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La Mozione del XIX Congresso

Mozione a prima firma Iervolino, approvata con 104 voti favorevoli, 25 voti contrari e 20 astensioni.

Il XIX Congresso di Radicali Italiani, tenutosi per la prima volta interamente online dal 27 febbraio al 7 marzo 2021, udite le relazioni di Segretario e Tesoriere le approva.

Il Congresso ringrazia i 630 iscritti e le centinaia di contribuenti e simpatizzanti che nell’ultimo anno hanno sostenuto il Movimento e le sue azioni malgrado le difficoltà sanitarie e socio-economiche e che hanno consentito il raggiungimento di un autofinanziamento di oltre 500 mila euro. Il Congresso ringrazia inoltre le 18.182 persone che, per la prima volta e nel silenzio dei mezzi di informazione sulle iniziative radicali, hanno scelto Radicali Italiani nella propria dichiarazione dei redditi. Il Congresso ringrazia i propri eletti, le associazioni e i punti di riferimento per il lavoro svolto durante questi sedici mesi.

Il Congresso ritiene che l’esser riusciti in poche settimane a far fronte alla situazione finanziaria creatasi a seguito del contenzioso con il PRNTT – che pesava sul Movimento da almeno tre anni – sia indice della condivisa necessità che Radicali Italiani continui ad agire. A tal fine il Congresso ringrazia le oltre 200 persone e associazioni territoriali che hanno contribuito al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo posto nella Mozione del Comitato nazionale del 26 luglio scorso.

Il Congresso saluta la decisione di aver consentito a tutti gli iscritti di poter esercitare il loro diritto di partecipazione e voto da remoto e ringrazia le oltre 1000 persone che hanno partecipato ai lavori del Congresso, delle cinque Commissioni di approfondimento oltre tutte le personalità esterne invitate in commissione o in plenaria, coloro che hanno inviato documenti di analisi e proposte scritte per aver animato il dibattito e contribuito ad individuare gli obiettivi e le priorità per il prossimo anno.

Il Congresso evidenzia come la cosiddetta fase costituente avviata quest’anno attraverso quattro seminari (“l’articolo 49 della costituzione: democrazia e partiti”, “i costi della non Europa”, “quali iniziative politiche e quali interlocuzioni dopo il referendum costituzionale e le elezioni regionali?” e “droghe, una nuova strada referendaria è possibile?”), la piattaforma Eretica Podcast e le dirette “Radicali a domicilio”, è stata indispensabile al fine di predisporre il documento di analisi  precongressuale “Appunti per una next generation Radicale” e conferma la necessità di portare avanti con ancor più impegno un percorso di analisi e di confronto interni ampi e partecipati, che riguardi anche modelli e regole della nostra vita associata. 

Il Congresso denuncia come la pandemia globale sia stata per molti governi alibi quando non strumento di erosione dei diritti civili e politici dei cittadini, delle loro libertà fondamentali e di consolidamento di alcuni regimi antidemocratici. Il Congresso saluta e ringrazia le resistenze democratiche organizzate che in quei paesi hanno saputo rappresentare gli anticorpi nonviolenti a regimi dittatoriali. Rivendica le azioni di Radicali Italiani portate avanti in questi mesi al fianco dei popoli e dei cittadini oppressi nel mondo nei confronti delle istituzioni italiane che il più delle volte hanno mostrato una politica estera inerte nella difesa dello stato di diritto.

Il Congresso sottolinea come in tutto il mondo la classe politica si stia interrogando sulle conseguenze sociali ed economiche della pandemia, che si aggiungono agli affetti di decenni di crisi delle democrazie liberali occidentali. Da anni infatti i parlamenti, cioè i luoghi “sacri” su cui si fonda la democrazia rappresentativa, vivono un progressivo svuotamento dei poteri, del prestigio e quindi della loro essenza costituzionale. Il parlamento, defraudato nei suoi diritti-doveri e nei suoi poteri costituzionali, scade quindi nella responsabilità, nella dignità, nella stima e nella fiducia dei cittadini creando un deficit di rappresentanza tale da delegittimare tutte le istituzioni e l’intero sistema democratico fondato sul sistema dei partiti.  In Italia poi, dove da anni come Radicali individuiamo le regole dello stato di diritto, il rispetto del dettato costituzionale, l’accesso ad un’informazione libera e trasparente, come elementi determinanti per rianimare una democrazia profondamente malata come la nostra, i provvedimenti scelti dal Governo Conte per gestire la pandemia non hanno fatto altro che aumentare il disequilibrio storico tra poteri dello Stato, creando precedenti assai pericolosi per il futuro delle nostre istituzioni rappresentative. 

Il Congresso sottolinea come in Italia non si celebrino più referendum popolari poiché, rimanendo in vigore leggi che disciplinano i diritti politici dei cittadini risalenti a più di 50 anni fa, tale strumento è attivabile solo dalle grandi organizzazioni politico sindacali. Su questo tema il Comitato per i diritti umani dell’Onu ha riconosciuto come la legge del 1970 che disciplina il referendum leda i diritti politici dei cittadini; in particolare le norme che riguardano la raccolta firme sono state riconosciute come veri e propri ostacoli all’esercizio del diritto di iniziativa in favore delle grandi organizzazioni politico sindacali. 

Il congresso ringrazia tutte le associazioni territoriali, gli iscritti, i militanti, mobilitati – da riformatori e referendari – in numerosi comuni italiani nella campagna referendaria per il NO al Referendum per il taglio dei parlamentari, un provvedimento inutile e demagogico che non risolve il tema della governabilità, della domanda di più democrazia e di partiti più vicini alle persone.

Il Congresso rivendica la vittoria definitivamente certificata dal TAR del Lazio, e rigettata dalla sindaca Raggi e da tutti i consiglieri comunali, sul referendum consultivo per la messa a gara del trasporto pubblico di Roma, una battaglia liberale che può e deve essere rilanciata in altre città e che deve vedere il rilancio dell’approccio liberale nelle azioni di governo del territorio, sia a livello locale che nazionale.

In questo quadro il Congresso denuncia come, alla luce del drastico peggioramento della condizione e delle prospettive sociali di buona parte della popolazione, dovuta alle ripercussioni della pandemia che inevitabilmente si protrarranno per i prossimi anni, la contrapposizione tra “popolo e palazzo”, e dunque la sempre maggiore distanza tra i cittadini e la politica, rischia di produrre ulteriori e più importanti degenerazioni populiste e anti stato di diritto. Ritiene inoltre che oggi la capacità attrattiva delle democrazie liberali sia messa in discussione dai regimi autoritari portatori illusori di stabilità, efficienze e successi economici, come la Repubblica popolare cinese, che coltiva ottime chance di divenire la prima economia al mondo e che con una gestione tecnocratica e totalmente non trasparente della pandemia ne mostra ulteriori elementi di fascinazione. A tutto ciò si aggiunge che, mentre le democrazie si inceppano, cresce a dismisura il potere delle multinazionali che commerciano in vaccini, in social network e in piattaforme digitali, il cui crescente potere si è fondato su ecosistemi virtuosi di libera impresa ma anche sull’assenza di regole e su ingenti risorse pubbliche investite nella ricerca.

Il congresso ringrazia Emma Bonino per aver portato avanti con la sua militanza politica la visione Radicale federalista europea. Visione radicale che in questi mesi di crisi trova confermate ragioni e urgenze nel necessario cambio di passo delle istituzioni comunitarie, nella maggiore comprensione da parte dell’opinione pubblica e dei partiti della centralità dell’interdipendenza dei paesi europei, oltre che nella fiducia trasversale per un europeista quale Mario Draghi.

Il Congresso giudica altresì il ruolo dell’Europa in questa fase positivo e determinante non solo per le misure economiche messe in campo ma soprattutto per il programma denominato “Next Generation Eu”, piano finanziario che crea una nuova e inedita interdipendenza fra i diversi stati membri, trasformando la Commissione europea in uno dei maggiori emettitori di debito del mondo, e che segna un precedente che cambia la natura e la soggettività dell’Unione. Ci troviamo di fronte ad un nuovo esperimento politico tanto è vero che, per rispondere ad una crisi economica simmetrica conseguente al Covid-19, tutti gli stati membri hanno accettato la mutualità del debito talché la Commissione chiede soldi al mercato per finanziare obiettivi politici straordinari. Il Congresso sottolinea come il successo di questo grande progetto sia condizionato dai comportamenti dell’Italia, che ne è il maggiormente beneficiario e protagonista, apparendo evidente come la riuscita del nostro Paese e l’attuazione di talune riforme, dalla giustizia alla transizione ecologica e digitale, siano condizione necessaria per continuare ad avere una evoluzione positiva della governance europea. 

In quest’ottica sottolinea come diverse contestazioni mosse dalla Commissione europea attengono alla qualità dell’aria, alle mancate bonifiche, alla cattiva gestione dei rifiuti e alla mancanza di depurazione in diverse aree del Paese e per questo ritiene necessario ed urgente chiudere i conti con il passato come condizione unica e necessaria per avviare una vera transizione ecologica e una politica di sostenibilità ambientale.

Il Congresso sottolinea inoltre il costante impegno svolto da Radicali italiani sulla questione migratoria nei diversi aspetti: dalla difesa del salvataggio in mare e del diritto al soccorso ai temi dell’integrazione e della cittadinanza, fino al recente monitoraggio svolto con la campagna Ero straniero sulla regolarizzazione 2020, che ancora vede solo l’1% delle domande presentate arrivate a conclusione, lasciando oltre 200.000 persone sospese nell’invisibilità; anche alla luce dell’aumento dell’impoverimento e della precarietà a cui stiamo assistendo e dei rischi a livello sociale e sanitario che comporta la creazione inevitabile di nuova irregolarità in assenza di una riforma della legge Bossi-Fini, afferma come prioritaria l’azione di pressione pubblica affinché la proposta di legge di iniziativa popolare depositata con 90.000 firme nel 2017 all’esame della prima Commissione della Camera, venga finalmente discussa e approvata. Il Congresso sottolinea la centralità dell’iniziativa di “obbedienza civile” #IoColtivo, lanciata il 20 aprile scorso da Meglio Legale e promossa da Radicali Italiani insieme a decine di realtà antiproibizioniste, che ha visto 2500 attivisti e 4 parlamentari della Repubblica autodenunciarsi per coltivazione di una piantina di cannabis, oltre a centinaia di personalità aderenti, per spingere il Parlamento a seguire le recenti indicazioni della Corte di Cassazione penale a Sezioni Unite e decriminalizzare finalmente la coltivazione per uso personale. Rivendica come le manifestazioni di piazza tenute l’estate scorsa a Roma e Milano siano state determinanti per rimettere al centro del dibattito pubblico il fallimento delle decennali politiche proibizioniste nel nostro paese e la necessità di una legalizzazione.

Il Congresso ribadisce quindi l’attualità della visione radicale di “diritti” opposta a quella di coloro che interpretano le istanze legate ad essi come perimetrate in un campo in cui chi è dentro decide se e come espandere libertà, autodeterminazione e sicurezza sociale a chi è fuori e non come punti di partenza universali a fondamento dello stato di diritto e del rapporto sociale. Evidenzia come proprio per il superamento di questi perimetri si muovono i movimenti ecologisti che, denunciando carestie e migrazioni climatiche, chiedono cambiamenti al modello di sviluppo e di vita, così come quelli a favore di un governo civile dell’integrazione che aprono il recinto dei diritti fuori dal proprio stato e status etnico, così come quelli femministi che mettono in discussione ogni privilegio dovuto a ruoli consolidati. Movimenti che in quest’ultimo anno sono continuati a crescere grazie alla Rete in modo transnazionale ed esponenziale, divenendo una minaccia per le anime conservatrici e spesso reazionarie. Dalla maturazione di questi diritti di cittadinanza stanno nascendo esigenze, identità e dunque nuove istanze delle future generazioni che non potranno più essere eluse dal fronte liberale e democratico se vorrà suscitare adesione, consenso e mobilitazione politica.

Il Congresso si congratula per lo straordinario risultato raggiunto dai movimenti per i diritti civili argentini che poche settimane fa hanno conquistato lo storico risultato della depenalizzazione dell’aborto, la cui eco è arrivata in tanti paesi, anche europei come la Polonia, in lotta per il medesimo diritto. Sottolinea come nel mondo continui ad essere in atto un vero e proprio conflitto che ha come campo di battaglia il corpo delle donne e la laicità dello stato, attraverso il finanziamento di fondazioni, organizzazioni internazionali e associazioni “No Choice” al fine di esercitare un potere di pressione sempre più forte sulle istituzioni. Mentre secondo l’OMS ogni anno tra il 4,7% e il 13,2% dei decessi da cause ostetriche è da attribuire ad aborti non sicuri, Open Democracy ha tracciato l’enorme flusso di denaro, proveniente dagli Stati Uniti e dalla Russia di Putin, diretto nelle casse di associazioni di cristiani conservatori che hanno forti e solidi legami con i partiti e movimenti di destra europea, anche in Italia dove, a quarant’anni dall’adozione della legge 194, il pieno e civile accesso all’interruzione volontaria di gravidanza come prevista dalla legge resta ancora da garantire. Una sorta di “Internazionale integralista” che salda la sua visione illiberale della democrazia a campagne sui “valori familiari ” contro i diritti laici, LGBT+ e l’educazione e la libertà sessuale, a cui è necessario rispondere con altrettanta transnazionalità delle tematiche e forza, anche a partire dall’Italia.

Il Congresso inoltre sottolinea come la nascita in Italia del governo Draghi e le sue priorità legate al piano di vaccinazione e a quello economico finanziario lasciano spazio a mobilitazioni politiche nella società e in sede parlamentare per i temi legati ai diritti sui quali è necessario costruire un dialogo e una adesione trasversale e transpartitica.

Il Congresso evidenzia come in Italia la pandemia da Covid-19 abbia sottolineato i problemi strutturali che ci portiamo dietro da decenni: un assetto istituzionale inadeguato, il debito pubblico elevato, la distanza sempre più ampia tra garantiti e non garantiti, il rapporto tra stato e regioni, la mancanza di una sanità territoriale, il peso schiacciante per cittadini e imprese di una macchina burocratica arretrata e il potere della criminalità organizzata soprattutto in alcune zone del paese. Sottolinea come tali problemi strutturali certifichino il fallimento dei partiti, che hanno condotto nuovamente il Paese in una crisi politica e istituzionale: dopo quella del ‘93, conseguente a tangentopoli e che ha visto la nascita del Governo Ciampi, dopo quella del 2011, derivante dalla crisi dei debiti sovrani che ha visto la nascita del Governo Monti, siamo giunti alla terza crisi istituzionale dalla quale è nato l’esecutivo Draghi. Il Congresso rileva come durante tali crisi con Marco Pannella i Radicali abbiano giocato un ruolo determinante anzitutto attraverso la battaglia per la Riforma Americana delle istituzioni, che si poneva come obiettivo quello di sostituire i partiti di massa con un assetto istituzionale capace di dare stabilità e durata ai governi, e attraverso l’iniziativa denominata “Amnistia per la Repubblica”, utile a chiudere un ventennio di berlusconismo e antiberlusconismo ma soprattutto a favore del detenuto ignoto, l’imputato ignoto in attesa di processo, e per una vera riforma della giustizia.

Il Congresso ritiene quindi che Radicali italiani potrà assumere un ruolo determinante in questa terza crisi istituzionale del Paese nella misura in cui saprà trovare strumenti di visione generale e di lotta particolare, come leva per muovere una trasformazione e un rinnovamento generale del Paese; strumenti tali da riuscire a nutrire l’intero fronte liberale, democratico ed europeista di appuntamenti che in Italia possano segnare in modo evidente per milioni di cittadini l’avvio di una stagione di riforme; rileva come tutto questo possa essere il “Next Generation Radicale”, cioè il patrimonio radicale che Radicali italiani può mettere in campo nella costruzione del capitale umano di dirigenti e militanti politici capaci di offrire ai cittadini, alle future generazioni, al presente e ai prossimi governi un motore per rianimare e mobilitare l’anima della democrazia. Il Congresso constata come sia durante i cosiddetti anni di piombo che durante tangentopoli i Radicali, attraverso lo strumento referendario, abbiano tentato non solo di modernizzare il paese ma anche di rendere il dissenso, ovvero la distanza tra i cittadini e le istituzioni, un dissenso democratico, nonviolento e riformatore. 

Il Congresso impegna pertanto gli organi dirigenti a: 

  •       avviare una fase preliminare di approfondimento – proseguendo il coinvolgimento anche di altre associazioni dell’area radicale, prima fra tutte l’Associazione Luca Coscioni, e aprendo un dialogo trasversale tra le forze politiche a partire da +Europa – al fine di verificare le condizioni istituzionali, economiche, politiche e organizzative tali da poter depositare una o più proposte di referendum abrogativi su cui iniziare a raccogliere le firme da aprile 2022 a partire dai temi istituzionali e da quelli relativi ai diritti ovverosia sugli argomenti oggetto delle tre proposte di legge di iniziativa popolare mai discusse in Parlamento nonostante l’attività ininterrotta di Emma Bonino e Riccardo Magi nelle sedi istituzionali, e di convocare per ottobre 2021 un primo grande appuntamento assembleare per rendicontare sull’approfondimento svolto e quindi per confrontarsi sulla fattibilità o meno della strada referendaria;
  •       mobilitare le associazioni e dei punti di riferimento di Radicali italiani affinché si trovino adesioni e iniziative utili alla richiesta di calendarizzazione delle tre proposte di legge di iniziativa popolare, alla diffusione del “manifesto per le città” e alla costituzione di “comitati antiproibizionisti, per i diritti e la democrazia”, e di far partire, non appena le norme anti covid lo consentiranno, un tour per le città al fine di aggiornare, discutere e attivare militanti e cittadini intorno agli obiettivi della presente mozione;
  •       proseguire nel promuovere e animare le iniziative antiproibizioniste sulla cannabis di Meglio Legale, nel sostenere l’azione disobbediente di Walter De Benedetto e mobilitarsi affinché venga approvata la proposta di legge di modifica dell’articolo 73 del Testo unico stupefacenti per decriminalizzare la condotta della coltivazione domestica a prima firma Riccardo Magi (C.2307);
  •       avviare una discussione e una campagna sul fallimento in Italia e nel mondo delle legislazioni abolizioniste e criminalizzanti nel governare fenomeni complessi come il sex work affinché l’urgenza posta dall’Associazione Certi Diritti e dal Comitato per i diritti civili delle Prostitute sulla condizione dei lavoratori del sesso possa tornare al centro del dibattito pubblico e condurre ad una mobilitazione su una proposta di legge di iniziativa popolare per la decriminalizzazione e il riconoscimento del lavoro sessuale; 
  •       prevedere, in vista delle elezioni amministrative del 2021, il deposito e la raccolta firme su delle delibere di iniziativa popolare affinché le proposte contenute all’interno del “manifesto per le città” diventino atti da depositare presso i relativi comuni; e proporre di aprire una interlocuzione (anche in forma di seminario) con +Europa con la quale in alcune città è attiva una positiva collaborazione, con l’obiettivo di aprire il dialogo con altre formazioni politiche con le quali sono aperti fronti di collaborazione su alcuni territori come Europa Verde, Volt, Azione e Italia Viva;
  •       predisporre un manifesto ambientalista denominato “chiudiamo i conti con il passato” da rivolgere al Parlamento attraverso una petizione su cui raccogliere le firme e al Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, al fine di superare le enormi criticità che da decenni opprimono l’Italia come la mancata bonifica dei siti di interesse nazionale, l’assenza di depurazione delle acque in diverse zone del Paese, la cattiva qualità dell’aria, il consumo e la mancata protezione del suolo e la immonda gestione dei rifiuti, convocando inoltre un appuntamento pubblico con esperti, movimenti, associazioni ambientaliste e attori istituzionali;   
  •       proseguire le iniziative di “Aborto Al Sicuro” e promuovere una grande campagna di informazione e dibattito, pubblico e istituzionale, sulla mancata applicazione della legge 194 nel nostro paese;
  •       intraprendere ogni iniziativa politica e legale affinché Governo e Ministro della Salute predispongano il Piano Sanitario Nazionale (PSN) e la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese (RSSP), i due più importanti documenti di politica sanitaria del paese assenti da 13 e 8 anni nonostante precisi obblighi di legge; sostenere la difesa del DM70 quale norma che stabilisce standard di qualità sanitaria e la sua interconnessione con la quantità delle prestazioni offerte, la riduzione degli accessi non motivati in pronto soccorso creando percorsi alternativi ovvero con le case della salute come strutture di ricovero a basso livello di tecnologia e complessità per avvicinare i servizi ai territori e decongestionare i reparti ospedalieri, la nomina per ogni ospedale di un risk manager, il tetto massimo di investimento sanitario del 9% del PIL poiché sopra tale soglia è dimostrato che non aumenta la qualità dei servizi;
  •       rilanciare in ogni modo possibile la lotta per il rispetto dei diritti umani come obiettivo universale. In tale contesto il congresso chiede agli organi dirigenti, alle associazioni e ai militanti di utilizzare ogni occasione per denunciare le violazioni in atto ribadendo la necessità di una maggiore efficacia e centralità della giustizia internazionale;
  •       convocare una serie di appuntamenti per discutere delle proposte radicali raccolte negli anni relative al Sistema Giustizia – dalla drammatica situazione delle carceri all’ordinamento giudiziario – che possano produrre nel dibattito pubblico e istituzionale proposte di riforme strutturali per mettere la persona al centro della giustizia e rappresentare strumento di rilancio per il paese per uscire dalla crisi prodotta dalla pandemia; 
  •       proseguire nella promozione della riforma dell’attuale sistema di finanziamento ai partiti – il cosiddetto “2permille” – affinché, dando piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione, siano messi al centro i cittadini e non i partiti, svincolando quindi l’accesso al meccanismo dal solo criterio elettorale per allargarlo anche a organizzazioni politiche non rappresentate nelle istituzioni parlamentari e non concorrenti nelle competizioni elettorali;
  •       proseguire la pressione in Parlamento per la modifica della legge sugli strumenti di iniziativa popolare e referendaria dei cittadini che allarghi la platea degli autenticatori e determini tempi certi del percorso delle leggi di iniziativa popolare, rendendo altresì effettiva la sottoscrizione online degli istituti di partecipazione, così come previsto dalla recente modifica approvata in legge di bilancio.

Il Congresso, visti i numerosi impegni presenti nella mozione, indica come prioritari capitoli di spesa per il prossimo anno:

– l’iniziativa politica per tornare a mobilitarci per le strade, nelle piazze e online sui principali obiettivi indicati nel presente testo, tenendo altresì conto della quota da destinare per legge alla “partecipazione attiva delle donne in politica”;

– il capitale umano del movimento, attraverso una figura dedicata al coordinamento delle associazioni, appuntamenti territoriali dei dirigenti nazionali e appuntamenti di formazione tematici, a partire dal metodo della nonviolenza e mobilitazione politica radicale e dei temi trattati in mozione.

– la comunicazione e l’analisi politica per conquistare spazi di ascolto e adesione sul web, anche attraverso la piattaforma di podcast “Eretica” che può rappresentare uno dei luoghi per l’approfondimento tematico anche di gruppi tematici di Radicali italiani;

– la campagna di iscrizione e sostegno al movimento anche in vista della costruzione dei presupposti necessari alle campagne referendarie che richiedono risorse di gran lunga più impegnative di quelle attualmente nella disponibilità del Movimento.

In quest’ottica, nel confermare la quota associativa minima annua di 200 euro e di 50 euro per gli under 28, il Congresso rilancia da subito la campagna di iscrizioni per il 2021 e le azioni di promozione e valorizzazione della scelta del 2×1000.