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Iervolino: “preferiamo mobilitazione”, estate di raccolta firme per 6 pdl

‘Salario minimo? Condivido la scelta di Schlein di unire opposizioni ma raccolta firme inutile, propaganda’

Intervista a Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, di Adnkronos del 22 agosto 2023

“Siamo Radicali e come diceva Marco Pannella ‘Il crimine più grave è restare con le mani in mano'”. Massimiliano Iervolino, segretario dei radicali Italiani, spiega così all’AdnKronos la scelta del partito di tornare in piazza per una intensa campagna di raccolta firme: sei proposte di legge (protezione del suolo, riforma del titolo V in materia di energia, contrasto alla povertà e riforma delle prestazioni sociali,P.A. insolvente, decriminalizzazione della prostituzione e riconoscimento del lavoro sessuale, aborto) e sei mesi per raccogliere 50mila firme per ognuna.

“Alle politiche dello scorso anno sono successe due cose che ci preoccupano molto – dice Iervolino motivando la scelta – la vittoria della Meloni e 17 milioni di persone che non si sono recate alle urne. Di fronte a questi due fatti non si può rimanere inerti aspettando chissà cosa. Preferiamo sempre le mobilitazioni di piazza e di strada che quelle che si fermano a delle card social”. Per le proposte di legge, i Radicali hanno individuato tre grandi macro temi: ambiente, economia e diritti. “Sono gli argomenti che secondo noi hanno avuto un peso determinante il 25 settembre del 2022 – spiega il segretario nazionale – Parlare di transizione energetica, consumo di suolo, povertà, imprese, aborto e sex work vuol dire avere un programma di riforme che risponde sia all’elevatissimo astensionismo dello scorso anno che alla vittoria del centro destra”.

Si firma con il metodo di raccolta tradizionale, quello per strada ai banchetti (l’elenco completo sul sito) e si può firmare anche online, ma la piattaforma è privata e il costo a sottoscrizione è di 1,5 euro. “Ci siamo dovuti rivolgere a un’impresa perché la piattaforma gratuita pubblica non è ancora pronta, lo doveva essere un anno e mezzo fa, siamo ancora a carissimo amico. Questo è un fatto che non penalizza solo noi, ma tutti coloro che presentano referendum e proposte di legge di iniziativa popolare. In autunno faremo partire su questo una class action contro il Governo”.


Leggi e firma qui le sei proposte di legge!


Ad ogni modo, continua Iervolino, “ci batteremo fino alla fine per raggiungere l’obiettivo. Non sarà facile ma nemmeno impossibile. Contiamo di depositare le 50.000 firme necessarie su ogni proposta di legge entro sei mesi al Senato della Repubblica. Abbiamo deciso di depositarle lì perché vige un regolamento d’Aula che obbliga il Presidente a far discutere e votare le proposte popolari. Questa novità c’è da pochi anni ed è stato uno dei motivi che ci ha fatto decidere di riprendere in mano questo strumento”.

E la raccolta firme delle opposizioni sul salario minimo? “Per creare una vera alternativa a Meloni c’è bisogno di un’opposizione a due gambe: quella parlamentare e quella popolare. Però bisogna utilizzare gli strumenti previsti dalla Costituzione: referendum e leggi di iniziativa popolare. Solo così hai un iter riconosciuto per legge ed eviti che possa firmare anche Peppa Pig. Ecco – dice Iervolino – le firme che stanno raccogliendo sul salario minimo sono inutili, servono solo per la propaganda. Mi dispiace perché ho condiviso la scelta di Elly Schlein di riunione le opposizioni, perché come ho detto a lei, per costruire una coalizione è fondamentale darsi una sede comune di confronto e di discussione proprio per avere delle iniziative comuni”.

Infine, un appello. Sebbene i Radicali mettano le sei pdl tutte sullo stesso piano perché “i problemi che cerchiamo di risolvere con queste proposte sono stati la causa di quella paura e di quella rabbia che da una parte continua ad allontanare la gente della politica e dall’altra fa vincere Giorgia Meloni”, Iervolino ammette che “tengo molto alla proposta sull’energia, se vogliamo raggiungere gli obiettivi di transizione energetica che ci ha dato l’Europa non possiamo continuare ad avere una competenza condivisa tra Stato e regioni. Questo lo sanno benissimo le imprese green. A loro mi rivolgo: diamoci una mano”.