“Le lacrime di coccodrillo non bastano per sanare la carenza idrica che sta divenendo strutturale nel nostro Paese. Le nostre proposte sono sul tavolo e le ribadiamo con forza. Con questo obiettivo abbiamo chiesto un incontro urgente al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida senza ottenere ad oggi alcuna risposta”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
Le nostre proposte per la protezione del suolo
“L’eccezionale condizione di siccità del 2022 e di questo inizio 2023 per il nostro Paese, in particolare per il nord-ovest, impone di occuparsi a tempo pieno del tema, non certo solo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Occorre investire su un piano di formazione e informazione dei cittadini, delle imprese agricole, di chi progetta e gestisce cicli produttivi industriali per costruire la consapevolezza che oggi non c’è.
Lo hanno compreso i cittadini che a marzo non hanno più acqua nelle case e sono costretti a utilizzare le autobotti per lavarsi, cucinare, lavare piatti e indumenti. Eppure non vi è alcuna diffusa consapevolezza della necessità di modificare le nostre abitudini per ridurre i consumi.
Gli investimenti sulle infrastrutture acquedottistiche, che in alcuni casi, come dicono i dati ISTAT, perdono ben oltre il 50% dell’acqua immessa in rete è oltremodo urgente.
L’innovazione tecnologica nei sistemi irrigui, per ridurre i consumi drasticamente in agricoltura, il comparto che utilizza i maggiori quantitativi della risorsa acqua, è doveroso e urgente e serve infine, ultimo ma non certo per importanza, la conversione graduale della coltivazione del riso in sommersione verso il riso in asciutta nelle aree con suoli più drenanti e l’irrigazione del mais a goccia.
L’irrigazione a sommersione e a scorrimento sono pratiche da abbandonare. Così come è necessario attuare una politica di gestione delle acque che travalichi i confini regionali e che, nel Nord, sia almeno a livello di bacino del Po.
Oggi la concorrenza sull’acqua tra le Regioni e i provvedimenti a spot, territorio per territorio, non ottengono alcun risultato, anzi in molti casi peggiorano la situazione”, concludono.