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Area radicale negli anni duemila, la vicenda finanziaria tra proprietari, voti e iscritti

di Valerio Federico 
(valeriofederico@hotmail.com)

L’assetto dell’area Radicale è diviso tra una struttura proprietaria– con a capo l’Associazione Nazionale Lista Marco Pannella[1] e le società da essa controllate, che gestiscono Radio Radicale e la sede romana di Torre Argentina – e la galassiadei soggetti politici con al vertice il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e con le altre organizzazioni, tra le quali Radicali Italiani e l’Associazione Coscioni, prima sospese[2] e poi definitivamente esautorate[3] dalla loro condizione statutaria di “soggetti costituenti” del Partito R.N.T.T.

I soci proprietari della Lista Pannella[4] e quindi di Radio Radicale e della sua sede, della sede di Torre Argentina, dell’archivio cartaceo[5] e dell’archivio della Radio, sono oggi[6] Maurizio Turco[7], Rita Bernardini e Aurelio Candido[8]. Presidente della Lista fu Marco Pannella fino alla sua morte.

La vicenda finanziaria dell’area a partire dal 2001– anno di costituzione di Radicali Italiani – è stata caratterizzata dalle entrate provenienti[9]:

(i) dai rimborsi elettorali ricevuti dalla Lista Pannella a fronte delle spese effettuate dalla stessa per le elezioni europee, politiche e regionali (circa 11,5 milioni di euro dal 2001 al 2011);

(ii) dai contributi provenienti dal Partito Democratico (2,5 milioni tra il 2008 e il 2011), a seguito di un accordo relativo alle elezioni politiche del 2008, e dai contributi degli eletti (circa 3 milioni tra il 2008 e il 2011), versati alla Lista Pannella. In riferimento a contributi pubblici va segnalato anche che la Rosa nel Pugno ha versato tra 2006 e 2008 circa 0,9 milioni al PRNTT;

(iii) dalle cosiddette “iscrizioni a pacchetto”, cioè a tutti i soggetti politici dell’area, 2 milioni circa dal 2006 al 2011 ricevuti dal PRNTT e utilizzati a parziale copertura delle spese di struttura dei vari soggetti politici;

(iv) dalle iscrizioni e dai contributi individuali ricevuti dal PRNTT (4 milioni dal 2004 al 2011) in periodo di sostanziale inattività politica e sospensione della vita statutaria, (la cui gestione è affidata al tesoriere Maurizio turco);

(v) dalle iscrizioni, dai contributi individuali e da altre iniziative di raccolta fondi di Radicali Italiani (circa 3 milioni dal 2005 al 2011)[10];

Va rilevato che la Lista Pannella a seguito delle entrate esplicitate al punto (ii) ha così potuto trasferire ingenti risorse al PRNTT (5 milioni di euro tra il 2007 e il 2011). Sempre a seguito delle entrate indicate al punto (ii) il PRNTT ha potuto rimettere un debitodi 1,4 milioni a Radicali Italiani nel 2011 e nello stesso tempo la Lista Pannella ha rimesso a Radicali Italiani altri 400 mila euro circa di debito.

Il debito rimesso (1,8 milioni) è stato interamente prodotto tra il 2001 e il 2004 (2 milioni circa). Per i primi 3 di questi 4 anni di attività la gestione Quinto ha prodotto 1,4 milioni di debito, Danilo Quinto in quegli anni era nello stesso tempo tesoriere del PRNTT, principale creditore di RI.Nel quarto anno la gestione Bernardini ha prodotto 600 mila euro circa di debito[11].Pare evidente che un tale accumulo di debito è stato possibile nella consapevolezza che il Movimento era parte di un’area più ampia, una holding con ben altra forza di entrata rispetto a Radicali Italiani.

Radicali Italiani dunque fino all’esercizio 2004 compreso non si è autonomamente sostenuto con iscritti e sostenitori e con la propria attività politica.

Dal 2005 al 2011 il debito sostanzialmente non varia. Dall’esercizio 2011 a seguito della remissione risulta dunque un debito verso il PRNTT di circa 63 mila euro che rimarrà sostanzialmente invariato fino ad oggi. La gestione De Lucia produce circa 170 mila euro di debito, quella Federico un avanzo di circa 140 mila euro, alla quale seguono le gestioni annuali Capano e Manzi in ulteriore avanzo.[12]

Si trattava dunque diun’area Radicale unica finanziata in gran parte dal finanziamento pubblico e dal contributo degli eletti(i 2/3 delle entrate dal 2008 al 2011), quindi introiti proporzionali ai voti raccolti comeesito dell’attività politica dell’intera organizzazione/area, che utilizzava a seconda delle opportunità uno o un altro soggetto. In quel periodo essenzialmente Radicali Italiani.

Nei quattro anni dal 2008 al 2011 il 9% delle entrate si ebbe grazie alle cosiddette iscrizioni a “pacchetto”, l’11% da iscrizioni e donazioni a Radicali Italiani, il 13% al PRNTT (sono esclusi gli altri soggetti della galassia, tutti “tematici”).

L’attività politica dei Radicali è stata dunque determinata in quegli anni in modo preponderante dalle decisioni di carattere finanziario dei soci proprietari, dunque da un’associazione privata non contendibile (la Lista Pannella),e in misura ridotta dagli iscritti e contribuenti di un soggetto, il PRNTT, politicamente inattivo e dal processo democratico sospeso. Soggetto che ha gestito fino al 2013, con il suo tesoriere Maurizio Turco, un call center finalizzato a promuovere iscrizioni e contributi per tutti i soggetti politici dell’area.

Le entrate ai punti (i) (ii) sono state l’esito dell’attività politica di tutti i dirigenti e militanti, in primis del PRNTT e di Radicali Italiani, e della scelta dei cittadini che, a seguito di questa attività, hanno votato i soggetti Radicali.

Le entrate relative ai punti (iii)(iv) (v) sono state l’esito dell’attività politica di tutti i dirigenti e militanti, in primis del PRNTT e di Radicali Italiani, e della scelta dei cittadini che, a seguito di questa attività, hanno scelto di iscriversi o di contribuire finanziariamente.

Oltre 4/5, dunque, delle risorse raccolte a seguito dell’attività politica dei Radicali in quegli anni, e utilizzate per le iniziative dei soggetti politici costituenti, soprattutto Radicali Italiani, sono state intermediate da una gestione proprietaria. Un soggetto guidato da 5 persone ha indirizzato 4/5 delle risorse senza alcun passaggio democratico. Solo, circa, 1/5 delle risorse sono state utilizzate direttamente dai responsabili eletti di PRNTT e Radicali Italiani. Di questo quinto rimanente di risorse oltre la metà sono state raccolte per un soggetto politicamente inattivo e amministrato per 6 anni e mezzo da un tesoriere incaricato, non eletto. Nello stesso tempo Maurizio Turco era anche tra i 5 proprietari della Lista Pannella e delle Società per Azioni delle sedi e di Radio Radicale, si presupponeva dunque che fosse possibile sempre tutelare gli interessi delle società e dei soci di minoranza al pari degli interessi del partito. Questo assetto e questo metodo di distribuzione delle risorse si fondava sul rapporto fiduciario che vi era tra dirigenti e militanti Radicali, da una parte, e Marco Pannella, dall’altra.

Esemplificativa è la decisione presa dal PRNTT nel Congresso del 2019 che ha determinato la cessione del simbolo della Rosa nel Pugno alla Lista Pannella per 735 mila euro, sottraendolo così alla disponibilità degli iscritti, affidandolo ai soci della Lista Pannella.

Radicali Italiani promosse tra il 2014 e il 2016 il superamento di quest’assetto[13], facendo salvo il ruolo di garante ultimo di Marco Pannella, per evitare, tra l’altro, quanto poi avvenuto senza il leader riconosciuto: la definitiva scissione tra i soggetti costituenti, in primis Radicali Italiani e l’Associazione Coscioni, e lo storico Partito Radicale che riattivando la sua vita democratica ha confermato un assetto proprietario leaderistico senza leader.

Radicali Italiani chiese inoltre ripetutamente un bilancio consolidato[14] d’area così come l’ingresso nella Lista Pannella dei responsabili legali dei soggetti costituenti, Marco Pannella in più occasioni si disse favorevole a queste riforme ma non ne diede seguito con gli altri soci della Lista Pannella.Produrre un bilancio consolidato dell’intera area Radicale sia per la struttura proprietaria – Lista Pannella e società controllate – che per la filiera politica – Partito e soggetti costituenti – avrebbe dato un quadro chiaro e leggibile della situazione complessiva, una sola voce di patrimonio netto, una sola di debito, una di avanzo/disavanzo di esercizio. Un bilancio che avrebbe considerato in modo aggregato la situazione patrimoniale per tutte le passività interne ed esterne e il conto economico consolidato e che avrebbe compreso anche i conti delle parti correlate, nello specifico il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e i soggetti di questo costituenti. Tra la struttura proprietaria/societaria e la galassia dei soggetti politici vi era un nesso politico, finanziario e statutario che legittimava e rendeva necessaria un’aggregazione contabile, un bilancio consolidato.

Si è scelto invece di confermare un insieme di bilanci separati caratterizzati da partite di giro e rapporti intrecciati tra creditore e debitore che spesso coincidevano nella stessa persona.

L’idea di fondo alla base delle proposte di Radicali Italiani consisteva dunque nel superamento della separazione tra titolarità del patrimonio materiale dell’Area e le cariche elette, rappresentanti legali dei soggetti costituenti il Partito, definendo anche parametri di contendibilità politica per i soggetti per restare costituenti. Radicali Italiani ha sostenuto dunque la partecipazione “democratica” senza la perdita di controllo e la garanzia di Marco Pannella, unica possibile in un partito carismatico, leaderistico, come era il nostro. Chiaramente con la sua morte la garanzia di Marco è venuta meno[15] insieme alle deroghe, accettabili, alla condivisione democratica delle decisioni.

Valerio Federico

(valeriofederico@hotmail.com)

[1]Il patrimonio netto a bilancio della Lista Pannella e delle società controllate nell’esercizio 2012, l’ultimo disponibile, corrisponde a oltre 13 milioni di euro (di cui 4,8 milioni della Lista Pannella, 1,7 milioni della Torre Argentina Società di Servizi e 7,3 milioni del Centro di Produzione S.p.A.). Nel 2015 i patrimoni netti della TASS e CdP si sono ridotti rispettivamente a 1,3 e 2,4 milioni.

Il valore di fabbricati e terreni delle due società sono valutati nell’esercizio 2015 per 6,4 milioni di euro.

[2]https://www.nessunotocchicaino.it/documento/mozione-generale-del-40-congresso-del-partito-radicale-30302863“Delibera di sospendere gli organi di cui all’articolo 2 dello Statuto”

[3]https://www.partitoradicale.it/lo-statuto/

[4]“Scopo dell’associazione è quello di promuovere iniziative politiche, culturali, elettorali, sia dirette, sia eventualmente delegate al Partito Radicale” Art.2 dello Statuto della Lista Marco Pannella

[5]“L’associazione gestisce gli archivi dei parlamentari dell’area radicale che saranno ad essa pervenuti tramite lasciti, donazioni, legati” Art.2 dello Statuto della Lista Marco Pannella

[6]Fino alla sua recente scomparsa, tra i soci c’era anche Laura Arconti

[7]Presidente dal 2016

[8]Fino al 2011, Sergio Rovasio ha versato una quota associativa annuale di circa 52€.

[9]Oltre che da partite di giro interne ai soggetti proprietari, e tra questi e i soggetti politici, compresi i dividendi di Centro di Produzione S.p.A.

[10]Periodo nel quale non si è prodotto debito

[11]Rita Bernardini è tra i dirigenti del PRNTT che ha mosso azione legale verso Radicali Italiani per un presunto debito pari a 63 mila euro.

[12]dal 2005 RI si è dunque sostenuto con risorse proprie

[13]Il Comitato di Radicali Italiani nel gennaio 2014 in una mozione ha indicato “la necessità di discutere (…) dei criteri di apertura e democrazia interna indispensabili per i soggetti costituenti di natura più direttamente politica, impegnati a garantire la vita e gli obiettivi del Partito Radicale sui vari fronti tematici e territoriali, e a discutere delle forme – statutarie e societarie – adeguate per una valorizzazione del patrimonio storico, politico ed economico finalizzata a proseguire quella storia e non a gestirne l’eredità.”

[14]https://www.radioradicale.it/scheda/403889?i=260752

[15]Tra l’altro, dopo Rebibbia le presenze dei dirigenti di Radicali Italiani sono state sostanzialmente quasi azzerate nel palinsesto di Radio Radicale.