Nel corso del dibattito del XIX Congresso di Radicali Italiani e, contestualmente, con le proposte di modifica statutaria presentate e approvate, è emersa l’esigenza di allargare il confronto tra di noi, sulla forma partito, sui nostri modi di stare insieme e sulle nostre regole interne, come si legge nella Mozione generale approvata, che ribadisce «la necessità di portare avanti con ancor più impegno un percorso di analisi e di confronto interni ampi e partecipati, che riguardi anche modelli e regole della nostra vita associata».
Considerata anche la necessità di accogliere in modo organico e armonizzare nello Statuto le proposte e le esigenze fin qui emerse, riteniamo sia utile avviare un complessivo lavoro di analisi e di proposte, anche tenendo conto dell’evoluzione interna avvenuta nel corso degli ultimi anni che – a valle di una lunga riflessione sul nostro statuto che è possibile ripercorrere qui e qui – ci ha portato, nel 2019, ad approvare una serie di riforme statutarie che hanno consentito l’iscrizione di Radicali Italiani al Registro dei partiti politici e l’accesso al finanziamento del due per mille.
Se da un lato è auspicabile che le riflessioni sullo statuto portino a proposte di modifica organica nella direzione di maggiore partecipazione, dinamismo e qualità del nostro dibattito interno, più in generale vale quanto ricordato in molte occasioni da Lorenzo Strik Lievers: nella tradizione politica radicale, a cominciare dallo statuto del Partito Radicale del 1967, lo statuto ha avuto sempre una funzione non solo e non tanto organizzativa interna quanto di manifesto politico-teorico. Nel caso dello statuto del PR del 1967, si proponeva un modello di organizzazione politica diverso da quello di tutti i partiti esistenti in Italia nell’ambito di una visione politica della società – e dei mutamenti sociali in corso all’epoca – nell’ambizione di avviare un profondo rinnovamento della sinistra che arrivasse a costituire un’alternativa di governo all’egemonia democristiana.
Sempre a proposito dello statuto del 1967, un servizio di Aurelio Aversa su «Il Partito Radicale, le sue origini, il suo statuto, la scelta transnazionale», si apre proprio con l’intervento di Marco Pannella al congresso del Partito Radicale del 1967.
I principi ispiratori dello statuto del 1967 sono rimasti centrali per la riflessione radicale in tutti i successivi momenti di transizione e cambiamento interni che hanno portato a ripensare le regole statutarie, come si può leggere, per esempio, in questo documento del 1992, a firma Lorenzo Strik Lievers e Roberto Cicciomessere, Materiali per il dibattito sullo statuto del partito transnazionale.
A proposito della forma-partito e del dibattito sulla transizione del PR da partito italiano a partito transnazionale, può essere utile rileggere anche il documento introduttivo di Sergio Stanzani, allora segretario, per un seminario del Partito radicale che si tenne nell’aprile 1991 a Rimini sui temi: a) la forma-partito nella democrazia reale continentale, con particolare riguardo alla situazione italiana; partiti e riforme istituzionali; b) la forma-partito, le sue regole, il progetto transnazionale e transpartitico in relazione alla situazione italiana, la proposta del partito radicale; c) partito radicale, le forze politiche italiane, la proposta di costituente democratica
Le registrazioni del seminario sono disponibili nell’archivio di Radio Radicale.
Sempre sulla forma-partito, possono essere utili alla riflessione anche due interventi di Massimo Teodori, uno che riprende gli atti di un convegno del 1978 sullo statuto e uno, del 1986, sul dibattito, ancora attuale, tra partito o movimento.
Più di recente, nel settembre 2017, un seminario organizzato da Radicali Italiani ha messo a confronto le esperienze organizzative di altri partiti europei a noi vicini.
Tutti questi documenti testimoniano come la riflessione e il dibattito interno al mondo radicale sulla forma-partito e sullo statuto siano sempre andati di pari passo con la riflessione su come i radicali potessero incidere nella vita politica e nella società e, pertanto, attraverso quali strumenti anche di organizzazione interna poter massimizzare il cambiamento che volevano portare nella società e nella politica.
Queste sono le domande ineludibili che dobbiamo porci nel riflettere sullo statuto di Radicali Italiani e la sua evoluzione oggi.