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L’unica proposta contro la povertà arriva da Radicali Italiani

Diritto a una vita dignitosa, contrasto alla povertà, riforma delle prestazioni sociali. Per sostenere le fasce deboli della popolazione, i Radicali Italiani hanno lanciato una raccolta firme per portare in Parlamento una proposta di legge per il reddito minimo di inserimento.

Con il reddito minimo d’inserimento pensato dai Radicali Italiani, al nucleo familiare viene garantito un reddito annuo pari alla soglia di povertà assoluta. Il valore annuo sarà pari alla differenza tra il valore della soglia di povertà assoluta e quello dell’indicatore della situazione reddituale determinato dall’ISEE.


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La proposta di legge prevede anche un progetto d’inclusione personalizzato, finalizzato al superamento della povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, oltre a una dote di cura tra i 300 e gli 800 euro per le persone non autosufficienti. Questa somma verrà erogata attraverso buoni per l’acquisto di servizi di assistenza.

“Mentre perdiamo interminabili ore di dibattiti sul reddito di cittadinanza” dichiara Massimiliano Iervolino, Segretario dei Radicali Italiani, “l’unica vera misura di contrasto della povertà arriva dai Radicali Italiani. Dal 15 luglio, siamo nelle piazze italiane per raccogliere le firme sulla nostra proposta di legge popolare sul reddito minimo di inserimento. Abbiamo presentato sei proposte di legge su ambiente, economia e diritti. Siamo pronti a discutere anche una settima proposta sul reddito minimo con le forze di opposizione. I nostri attivisti si trovano in tutte le piazze italiane. Come Radicali, sappiamo bene che la politica si fa sia dentro che fuori dal palazzo.

Non possiamo che essere contenti se anche le forze di opposizione presenti in Parlamento decidessero di scendere realmente in piazza per raccogliere le firme sul salario minimo. Non possiamo perdere altro tempo: il rischio è quello dell’effetto Godot. Questa volta, però, a non arrivare saranno riforme fondamentali per il nostro paese. Né i cittadini né il paese lo meritano.”