“È la prima volta, nove mesi dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina, che Papa Francesco utilizza il termine ‘crimine internazionale’ per definire quello che Putin sta facendo in Ucraina tramite, innanzitutto, i militari russi e poi, anche, tramite le bande paramilitari e mercenarie della Wagner e di Kadyrov.”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Per giudicare tali crimini forse il Papa attenderà la giustizia divina; noi laici dobbiamo utilizzare la giustizia terrena e i suoi strumenti; i crimini internazionali sono di competenza della Corte Penale Internazionale dell’Aja (CPI) competente a indagare e a raccogliere prove dei crimini commessi in Ucraina perché lo Stato ucraino ha espressamente acconsentito.
Ma l’apice della catena di comando russa non opera in Ucraina; vive, ben protetto, a Mosca. Il capo dei criminali è Vladimir Putin; è il primo russo che dovrebbe essere perseguito e incriminato dalla CPI, come fu fatto con Milosevic per i crimini serbi in Croazia, Bosnia e Kosovo.
Da nove mesi abbiamo promosso un appello in nove lingue per l’incriminazione di Putin da parte della CPI. Ci auguriamo che siano molti i cittadini cristiani che, dopo avere riflettuto sulle nuove parole del Papa, firmino l’Appello. Infine, esprimiamo la nostra solidarietà all’Ucraina per le intimidazioni a cui sono sottoposte in questi giorni le sue rappresentanze diplomatiche in varie parti del mondo”, concludono.