Beslan 3 settembre 2004. È ancora da combattere e da vincere la battaglia per chi, all’indomani di quel tragico evento, scriveva: “Non possiamo tollerare altri decenni di glaciazione politica. Vorrei davvero essermeli lasciati alle spalle. Vorrei davvero che i nostri figli potessero essere liberi. (…)”.
Ancora in questi giorni, in occasione della scomparsa di Mikhail Sergeyevich Gorbachev, molti analisti e uomini politici sono tornati a parlare del ruolo dell’Occidente rispetto a quanto accade in questi mesi in Russia e della colpa occidentale di non aver aiutato abbastanza quel mondo, quel popolo.
Per chi come i radicali si batte da decenni, ancor prima della caduta della cortina di ferro, delle condizioni di vita e dei diritti anche delle persone che vivevano al di là di quella cortina, queste analisi non sembrano tanto delle credibili e sincere assunzioni di responsabilità quanto piuttosto delle allusioni neanche troppo velate agli errori che l’Occidente starebbe facendo oggi difendendo e sostenendo, anche militarmente, le istituzioni ed il popolo ucraino.
Per questo vogliamo ricordare, oggi, 3 settembre 2022 – a 18 anni dal tragico epilogo dei tragici fatti avvenuti nella scuola n. 1 di Beslan – chi, come Anna Politkovskaya, già prima di quei fatti denunciava il regime di Putin ed il suo “terrorismo antiterrorista”, la giornalista uccisa il 7 ottobre 2006, alla quale proprio in quei tragici giorni fu impedito proprio di raggiungere il teatro di quella terribile tragedia.
Lo facciamo pubblicando due stralci dei libri scritti da Anna Politkovskaya in quegli anni: il capitolo titolato “Dopo Beslan” tratto dal libro “La Russia di Putin”, ancor più drammatico da leggere oggi, soprattutto per chi lo fa solo oggi, vista la lucidità delle sue parole che non erano profetiche ma crudamente realistiche nella descrizione, da cronista, delle conseguenze politiche e sociali di quel che era accaduto e di ciò che erano davanti ai suoi occhi.
Parole, però, che dovevano e potevano essere considerate un monito da ascoltare e che è invece rimasto tragicamente inascoltato con quello che ciò ha comportato negli anni a seguire e comporta in questi giorni.
L’articolo di Dmitrij Muratov e Sergej Sokolov pubblicato il 6 settembre 2004 su Novaja Gazeta – estratto dalla raccolta di articoli di Anna Politkovskaya pubblicata con il titolo “Per questo” – nel quale i due corrispondenti hanno raccontato ai lettori cosa era successo alla loro collega in quei giorni e come fu impedito, anche a lei come a chiunque volesse tentare di evitare il tragico epilogo del rapimento di centinaia di persone nella scuola di Beslan, di raggiungere quel luogo.