“Roma non è stata messa in crisi da chi ha chiuso Malagrotta, bensì da chi negli anni non ha saputo e voluto disegnare e realizzare un ciclo integrato dei rifiuti. Bisogna ricordare a Zaghis che la discarica della Valle Galeria arrivò a conclusione della sua vita dopo innumerevoli proroghe regionali. I fatti che, dopo decenni di attività, ne decretarono la chiusura furono due: la fine delle volumetrie disponibili e la procedura di infrazione 2011/4021.
La contestazione della Commissione europea, poi arrivata a condanna dinnanzi alla Corte di giustizia, non riguardava Malagrotta in quanto tale, ma il modus operandi relativo allo smaltimento del cosiddetto ‘tal quale’, i rifiuti misti, in palese contrasto con la direttiva 1999/31 e comune anche ad altre discariche del Lazio.
Oggi Roma vive un’enorme crisi perché non ci sono gli impianti necessari alla chiusura del ciclo: prima si affidavano alla grande buca, ora si affidano ai viaggi della speranza. La gestione dei rifiuti è un processo complesso ed è per questo che ogni filiera ha bisogno di un trattamento specifico. Chi si illude di risolvere la crisi attraverso la realizzazione di un solo tipo di impianto è letteralmente un venditore di fumo” dichiara Massimiliano Iervolino, Segretario di Radicali Italiani.
10 febbraio 2020