Decisione di Nordio su Don Reverberi scellerata

Nordio ribalta la decisione della Cassazione: Don Reverberi non sarà estradato

Il prete ottantaseienne della provincia di Parma, Don Reverberi, ha ottenuto il diritto di continuare a celebrare la messa, lontano dalle ombre dei presunti crimini commessi in Argentina durante l’ultima dittatura militare (1976/1983). In quel periodo, le forze armate ingaggiarono una guerra sporca, all’interno della più vasta “Operazione Condor” contro la guerriglia peronista e trozkista ricorrendo sistematicamente alla violenza e alla tortura inaugurando la vergognosa stagione dei voli della morte e dei desaparecidos.

Il sacerdote è stato accusato dai giudici di Mendoza, in base a diverse testimonianze, di aver partecipato all’omicidio di José Guillermo Beròn nel 1976, attualmente desaparecidos, e di aver assistito a numerose torture di cittadini poi assassinati e fatti sparire.

Nordio ha ribaltato la decisione della Corte di Cassazione sostenendo l’età avanzata del soggetto, le patologie cardiache e lo stress psicologico. Tuttavia, è opportuno riflettere anche sullo stato di salute dei familiari e parenti delle vittime, che da oltre 40 anni cercano la verità sulla tragica fine dei loro cari, brutalmente trucidati dal regime militare.

A distanza di 40 anni, l’udienza di Reverberi non rappresenta un accanimento giudiziario, bensì la richiesta di verità su una pagina oscura della storia argentina e un appello per il rispetto dello Stato di diritto.

Come Radicali Italiani, ci uniamo al dolore dei familiari colpiti dalla scellerata decisione del Ministro, rilanciamo il coro che accompagna la società argentina ogni 24 marzo nelle piazze argentine “Ni Olvido Ni Perdòn” perché non vi può essere nessuna impunità per chi è accusato di crimini contro l’umanità!

Lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino– Segretario Radicali Italiani- Jacopo Vasini, Direzione Radicali italiani