Il Governo intervenga tramite ambasciata per verificare situazione principale oppositore di Putin. Reiterata richiesta revoca completa onorificenze a uomini del Cremlino e sollecitata emanazione codice crimini internazionali
Nella giornata odierna Radicali Italiani ha inviato una PEC al ministro degli Esteri, al ministro di Giustizia, alla premier Meloni e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica, sollecitando il loro intervento su tre differenti questioni.
Innanzitutto, l’“emergenza Navalny”: da due settimane non si hanno più notizie del principale oppositore di Putin, che stava scontando una pena di 30 anni di carcere nella colonia penale a regime severo IK-6 della regione di Vladimir, a circa 230 km da Mosca. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato il 15 dicembre scorso che “non abbiamo la capacità, il diritto o il desiderio di tenere traccia dei destini dei prigionieri che stanno scontando una sentenza emessa da un tribunale”. Radicali Italiani chiede al governo italiano, attraverso la nostra ambasciata a Mosca, di verificare quello che il governo russo non vuole fare: dov’è Navalny?
A proposito del portavoce di Putin, Radicali Italiani richiede nuovamente al governo di revocare tutte le 33 onorificenze della Repubblica Italiana concesse a uomini di Putin da tutti i governi precedenti, tranne il governo Draghi, che ne aveva già fatte revocare 14 dal presidente Mattarella; ne restano da revocare 18, a partire, appunto, da quella concessa nel 2017 a Dmitry Peskov.
Dulcis in fundo, il governo italiano deve ancora emanare il Codice dei crimini internazionali, previsto dalla Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale del 1999, entrato in vigore nel 2002. Vent’anni di ritardo non bastano? Il ministro Nordio aveva dichiarato in Senato a inizio anno che il Codice sarebbe entrato in vigore a fine 2023: chi l’ha visto?