All’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, un giornalista chiese al ministro degli esteri russo Sergei Lavrov chi fossero i consiglieri più ascoltati di Putin. Lavrov rispose: “Caterina, Pietro e Ivan (il Terribile)”.
È sufficiente questo aneddoto per comprendere la gravità delle parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 25 agosto rivolgendosi in video collegamento a ragazzi russi partecipanti alla “Giornata della Gioventù”: “Voi siete eredi della grande Russia, dei santi, di Pietro I, di Caterina II, di quell’impero grande e illuminato…”.
Francesco ha avallato così il nocciolo del pensiero di Putin: riportare la Russia alla potenza imperialista di un tempo, potenza acquisita tramite l’annientamento, l’occupazione, l’assimilazione violenta degli Stati e delle popolazioni confinanti, in primis l’Ucraina.
Abbiamo sperato che il Papa, resosi conto del terribile assist fornito a Putin – prova ne sia che l’unico ad apprezzare le sue parole è stato il portavoce di Putin e Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, Dmitry Peskov – facesse marcia indietro. Sono arrivati, invece, dal Vaticano dei sedicenti “chiarimenti” che lasciano il tempo che trovano, un tempo molto brutto.
Cosa vale chiedere ogni domenica ai fedeli, durante l’Angelus, di pregare per la “martoriata Ucraina” se poi, alla prima occasione importante, si diventa megafoni, speriamo involontari, della volontà di potenza e sopraffazione di Putin?
E purtroppo non è la prima volta.
Lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino-Segretario Radicali Italiani-Igor Boni-Presidente Radicali Italiani-Giulio Manfredi-Giunta Radicali Italiani