“Ci auguriamo che la polemica inerente l’ex ambasciatrice italiana in Svezia e in Belgio che quando era ancora in servizio firmava sotto falso nome interventi filorussi su Il Fatto Quotidiano serva ad avviare una riflessione più profonda e duratura sulla ‘mission’ delle ambasciate italiane nel mondo, a partire da quella di Mosca”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Da tre anni battiamo sul tema delle onorificenze e lo ripetiamo: è normale che dal 2014, anno della prima aggressione della Russia all’Ucraina, fino al 24 febbraio 2022, data della seconda aggressione, siano state date ben 33 onorificenze della Repubblica Italiana a esponenti del regime di Putin, fra cui il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, e l’attuale ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov?
È normale che dopo 500 giorni di guerra in Ucraina, il presidente della Repubblica abbia revocato ‘per indegnità’ solamente 14 delle suddette 33 onorificenze, ma non quelle di Peskov e Paramonov?
Invitiamo i cittadini a firmare sul sito di Radicali Italiani l’appello per la revoca dell’ onorificenza a Peskov che vede come primi firmatari Vittorio Emanuele Parsi, Giuliano Cazzola, Claudio Martelli, Marco Bentivogli, Christian Rocca, Matteo Marchesini e tanti altri esponenti del mondo politico ed intellettuale”, concludono.