Aborto, Crivellini: in Piemonte scelta propagandista sulla pelle delle persone, Schillaci intervenga 

“A livello nazionale il ministro della Salute non ha ancora presentato in Parlamento la Relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1978. Nel frattempo, in Piemonte l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Marrone pubblicizza la sua ultima trovata in convenzione con il Movimento per la Vita: una stanza di ascolto per le donne che intendono abortire, ma che nasconde in realtà tentativi di vittimizzazione verso chi decide di interrompere una gravidanza.

Sono scelte illegittime perché lesive della salute delle donne, il ministro Schillaci – che ha il compito di controllare l’operato delle Regioni e degli ospedali anche in questa materia – deve intervenire”, così Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e promotrice della campagna Libera di Abortire.


FIRMA la nostra proposta di legge per un vero diritto all’aborto


“Non solo, infatti, la mancata presentazione della relazione al Parlamento pone ostacoli alla conoscenza della situazione sullo stato di attuazione del diritto all’aborto in Italia, e quindi sullo standard di rispetto dei diritti di autodeterminazione e alla salute di chi decide o è costretta ad abortire, ma lo stesso diritto viene calpestato con la creazione di una ‘stanza’ il cui unico scopo è quello di annichilire la libera scelta di chi ha deciso per l’IVG.

È grave che gli ospedali pubblici o convenzionati siglino convenzioni del genere. Siamo davanti a un ulteriore pericoloso attacco all’aborto, che avviene con i soldi dei contribuenti e che in parte è reso possibile da come è scritta la 194.

In particolare nell’articolo 2 si evidenzia il ruolo dei consultori nel contribuire ‘a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza anche avvalendosi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita’.

Questo articolo, lungi dal venir attuato correttamente, sta diventando il grimaldello per le Regioni governate dalla destra per introdurre nella sanità pubblica e finanziare movimenti ultracattolici contrari al diritto all’aborto. Ecco perché è necessario un aggiornamento della 194 che portiamo avanti con la nostra proposta di legge di iniziativa popolare. Stiamo raccogliendo le 50mila firme necessarie per la discussione in Senato e si può firmare anche online su radicali.it/firma