Nel testo si affrontano le principali minacce come erosione, diminuzione della biodiversità, salinizzazione e acidificazione
Articolo di Igor Boni pubblicato su Il Dubbio del 27 giugno 2023
Dal 2006 i Radicali hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sulla protezione del suolo e contro il consumo di suolo, seguendo la prima strategia tematica europea proprio di quell’anno.
Nel 2021 è stata emanata una nuova strategia europea che dovrebbe precedere una Direttiva sul suolo prevista entro l’anno in corso, che spingerà gli Stati a legiferare.
Il suolo, insieme ad aria e acqua, rappresenta uno degli elementi fondamentali dell’ambiente. Malgrado questo la legislazione del nostro Paese, che sulla protezione delle acque e sulla salvaguardia della salubrità dell’aria che respiriamo è al passo con quelle di altri Paesi europei, rispetto al suolo paga un ritardo molto grave.
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Nella legislazione italiana quando si parla di “difesa del suolo”, tutto si intende tranne che la protezione del suolo propriamente detto. Si parla di difesa dal dissesto idrogeologico, difesa del territorio, del paesaggio e delle infrastrutture, difesa delle acque e del loro corretto deflusso. Tutto molto importante, ma in realtà il suolo come “elemento naturale che assicura funzioni chiave a livello ambientale, produttivo, sociale ed economico” non viene in alcun modo considerato.
Nel testo che proponiamo alla firma dei cittadini si affrontano le principali minacce che incombono sul suolo: erosione, diminuzione della materia organica, contaminazione, consumo di suolo, compattazione, diminuzione della biodiversità, salinizzazione e acidificazione.
La proposta di legge di iniziativa popolare si struttura come integrazione del Decreto ambientale 152/2006; ha lo scopo di portare avanti l’impegno politico per la protezione del suolo nel nostro Paese, seguendo le indicazioni che ci vengono fornite dall’Ue.
Per ciascuna delle minacce suddette viene proposto un percorso legislativo da svolgere Regione per Regione, nell’ambito di indicazioni metodologiche nazionali. Si passa dall’individuazione delle “aree a rischio” ai “piani di azione” per ridurli.
Per indurre una inversione di tendenza sull’annoso tema del “consumo di suolo” si interviene incentivando il riutilizzo di aree edificate dismesse e si istituisce il concetto di ‘compensazione ambientale’: un concetto assai concreto che impone a chi consuma suolo, a chi priva la comunità delle funzioni da esso svolte, di pagare il danno in modo da reinvestire risorse sullo stesso territorio per rigenerare le funzioni dei suoli.
Dato che da oltre quindici anni il Parlamento non riesce a legiferare vi proponiamo di farla fuori, la legge. Ai nostri tavoli, per strada.