“Matteo Salvini ha un modo molto semplice per dimostrare che non è più il ‘cavallo di Troia’ di Putin in Italia: nel primo anniversario della seconda aggressione di Putin all’Ucraina, dichiari pubblicamente di aver revocato il patto di collaborazione da lui sottoscritto a Mosca il 6 marzo 2017 con Russia Unita, il partito personale di Putin”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Salvini è l’unico leader di un partito occidentale ad aver sottoscritto un tale documento, che, ricordiamolo, ha una validità di cinque anni ed ‘è automaticamente prorogato per successivi periodi di cinque anni, a meno che una delle Parti notifichi all’altra Parte entro e non oltre 6 mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso’ (art. 8 dell’accordo).
Salvini avrebbe un altro modo inequivocabile per dimostrare di non essere più la stessa persona che sfoggiava la felpa con foto di Putin sulla piazza Rossa: partecipare alla fiaccolata ‘Una luce per l’Ucraina‘, promossa da Radicali Italiani e dall’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia e a cui hanno aderito decine di partiti e associazioni, che si terrà venerdì 24 febbraio, a Roma, alle 18:30, nei pressi dell’Ambasciata della Federazione Russa (fermata metro Castro Pretorio).
Ma il nostro appuntamento ha due obiettivi che riteniamo indigeribili da Salvini: incriminazione di Putin da parte della Corte Penale Internazionale dell’Aja e accelerazione delle procedure di ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea”, concludono.