“Questa estate siamo stati a fare conferenze stampa negli alvei prosciugati del Tevere e del Po; da 20 anni, dentro e fuori le Istituzioni, chiediamo riforme che puntino alla riduzione dei consumi, innanzitutto nel comparto che utilizza di gran lunga i maggiori volumi d’acqua: l’agricoltura”, così in una nota Massimiliano Iervolino e Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani.
“Abbiamo presentato il nuovo ‘Dossier Acque 2023‘ relativo alla situazione di emergenza che si è creata in Piemonte e nel nord-ovest del Paese dove i dati non lasciano spazio a dubbi e dove si utilizzano i maggiori quantitativi d’acqua di tutta Europa.
Serve agire e, dopo decenni di inerzia, serve farlo subito. Le nostre proposte sono sul tavolo e le ribadiamo con forza. Per il risparmio idrico in agricoltura si possono introdurre sistemi di irrigazione innovativi in sostituzione dell’irrigazione in sommersione e scorrimento.
È necessario attuare una politica di gestione delle acque che travalichi i confini regionali e che nel Nord sia almeno a livello di bacino del Po. Oggi la concorrenza sull’acqua tra le Regioni e i provvedimenti a spot, territorio per territorio, non ottengono alcun risultato, anzi peggiorano la situazione. Serve la conversione graduale della coltivazione del riso in sommersione verso il riso in asciutta nelle aree con suoli più drenanti e l’irrigazione del mais a goccia.
Quando lo proponemmo 20 anni fa in Consiglio regionale venimmo presi a male parole e a sberleffi. Oggi questa tecnica in alcune aree della nostra regione è l’unica possibilità per ottenere adeguate produzioni. Bisogna promuovere una politica agraria che spinga gli agricoltori a utilizzare le colture a maggior ‘impatto idrico’ come riso e mais solo sui terreni più adatti. Istituire il controllo sui prelievi relativi alle acque superficiali per evitare che non sia garantito il ‘Minimo deflusso vitale’ come previsto dalla legge e, infine, realizzare campagne incisive di informazione dei cittadini: oggi non c’è alcuna consapevolezza della gravità della situazione che stiamo vivendo.
È necessaria una opinione pubblica informata e consapevole delle difficoltà per modificare radicalmente i nostri comportamenti e ridurre i consumi. Se qualcuno ripete, come un disco rotto, che il problema si può risolvere unicamente costruendo dighe è bene che si guardi con attenzione i dati.
A oggi le dighe del Nord-ovest – dove c’è la più grave siccità del secolo – contengono 1/4 dei volumi idrici che potrebbero trattenere. Perché l’acqua non c’è. Se non si riesce in questa fase di grave crisi a produrre riforme adeguate quando mai le faremo?”, concludono.