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Siccità, serve subito un consiglio dei Ministri straordinario e riforme strutturali

“Da parte nostra 20 anni di proposte di riforma inascoltate”, così in una nota Igor Boni, presidente di Radicali Italiani. “Finalmente tutte le Istituzioni si sono accorte della drammaticità della situazione. Si parte con le richieste di stato di calamità e di stato di emergenza. Nulla da eccepire dato che non esiste una analoga situazione di carenza idrica negli ultimi 100 anni per il nord Italia e il nord-ovest in particolare. Serve ora un Consiglio dei Ministri straordinario per limitare al massimo i danni che comunque ci saranno e saranno gravi. Ma non è con l’emergenza che risolveremo un problema strutturale. È cambiato il clima e dobbiamo cambiare noi, non possiamo far finta di nulla appena ricomincerà a piovere! Sono oltre 20 anni che facciamo proposte di riforma delle politiche di gestione dell’acqua in agricoltura (il comprato che ne utilizza di più) ma i cambiamenti che pur ci sono stati sono assolutamente insufficienti. Nel 2006 (16 anni fa!) in Parlamento abbiamo ottenuto l’impegno del Governo a predisporre, entro un anno, un ‘Manuale di buona pratica irrigua’ che potesse fornire all’intero comparto le informazioni sulle più aggiornate su tecnologie e tecniche irrigue in rapporto a ciascuna coltura. Impegno mai rispettato. Abbiamo poi ottenuto l’impegno a destinare parte dei fondi del ‘Piano irriguo nazionale’ per favorire la riconversione dei vecchi sistemi di irrigazione con tecniche irrigue moderne e tecnologicamente innovative. Nulla. Nel 2007 abbiamo proposto una cabina di regia permanente per l’intero bacino del Po insieme ad Ermete Realacci. Chiedevamo dal 2000, ripetendolo anno dopo anno con dossier e dati, di investire sul risparmio idrico in agricoltura, la conversione graduale delle colture più esigenti in acqua in altre meno esigenti, di concentrare riso e mais solo su terreni adatti, di attuare controlli su prelievi delle acque superficiali, di introdurre il pagamento dell’acqua in agricoltura in base al volume (in gran parte non accade); chiedevamo campagne di informazione dei cittadini, di sensibilizzare rispetto al consumo idrico nelle case; incentivando nel comparto industriale le tecnologie di “water saving”. Oggi immaginare di risolvere questo problema attuale derogando al minimo deflusso vitale nei fiumi è provvedimento dannoso e inutile. Inutile perché in molti casi non c’è una sola goccia d’acqua in fiumi in secca totale. Dannoso perché dove scorrono piccoli quantitativi eliminandoli per irrigare si creano ulteriori disastri ambientali irrecuperabili, distruggendo totalmente ittiofauna e biodiversità acquatica. In prospettiva serve più grano, meno mais e meno riso. Serve concentrarsi su produzioni meno impattanti, e più utili anche visti i venti di guerra europei e la carenza di cibo”, conclude.