“Sono soddisfatto ma continuerò a disobbedire contro una legge irrazionale”, così Il segretario di Radicali Cuneo Filippo Blengino oggi all’uscita dalla Prefettura.
La scorsa estate era stato ammonito per aver coltivato cannabis sul balcone di casa, oggi la notizia dell’archiviazione da parte del GIP del procedimento nei suoi confronti per istigazione al consumo di sostanze stupefacenti perché non ha commesso reato.
“Questo mio gesto di disobbedienza – continua – è stato fatto, innanzitutto, per le forze dell’ordine e la magistratura che quotidianamente sono costretti a concentrare enormi risorse per perseguire reati legati alla coltivazione di una semplice piantina. Sono pronto a violare nuovamente la legge come gesto di disobbedienza civile, contro una legislazione proibizionista che rovina le vite, riempie le carceri e intasa i tribunali. La battaglia andrà avanti, anche a Cuneo, ed anche in nome di Walter De Benedetto, che oggi vogliamo ricordare con profonda commozione”.
Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e avvocata che ha difeso Blengino insieme all’avvocato Alberto Ventrini aggiunge: “La totale inerzia del Parlamento che da anni non discute la legge di iniziativa popolare sulla regolamentazione della cannabis e oggi il testo di legge del deputato Riccardo Magi in materia di autocoltivazione ci impone di continuare ad evidenziare l’urgenza di superare la legge criminogena in materia di sostanze stupefacenti.”
“Quella stessa legge”, prosegue Igor Boni, presidente di Radicali Italiani, “che in nome di un cieco proibizionismo aveva portato a processo Walter De Benedetto. Contro una legge che viola la ragionevolezza disobbediamo e disobbediremo”
Elisa Viale, candidata alle imminenti elezioni amministrative con Blengino nella lista del PD, conclude: “Trovo ridicolo che nel 2022 persistano politiche proibizioniste riguardo la cannabis quando si hanno le competenze tecniche e scientifiche per asserire la non pericolosità della pianta. Un piccolo, ma grande passo sarebbe permettere l’autocoltivazione in modo da sottrarre una buona parte di consumatori al mercato nero riducendo il numero di processi e condanne per reati minori, come già avviene in molti paesi europei e degli Stati Uniti.”