Mozione Particolare presentata da Marco Beltrandi e sottoscritta da Valter Vecellio, Giuseppe Rossodivita, Raffaele Ferraro, Francesco Pullia, Daniele Bertolini e Matteo Angioli.
1 luglio 2007
Il Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma dal 29 al 1 luglio 2007
premesso che:
– persiste e si aggrava in Italia il carattere non legale dell’informazione radiotelevisiva politica nazionale e locale, privata e pubblica, in una misura tale da rendere sovente non agibili gli strumenti e gli istituti della democrazia formale, particolarmente nei confronti di chi avanza proposte ed assume iniziative di alternativa politica.
– tale persistenza è stata da ultimo pienamente confermata anche dall’informazione sulla moratoria delle esecuzioni capitali: malgrado le forti, costose, prolungate e non consuete, iniziative non violente anche per denunciare la violazione patente della risoluzione della Commissione di Vigilanza Rai del 2 maggio 2007, malgrado le notevoli iniziative parlamentari italiane ed europee, e politiche internazionali ad opera dei radicali, malgrado l’intervento ripetuto della stessa Commissione di Vigilanza, l’informazione Rai è stata del tutto assente prima dell’occupazione non violenta di esponenti radicali della sede Rai di viale Mazzini, e successivamente ritardata ed assai discutibile in particolare nelle modalità di confezionamento e fruizione degli spazi ottenuti;
– persiste e si aggrava l’ostracismo mediatico Rai delle iniziative radicali, e persino dei volti di Marco Pannella e Sergio D’Elia in assoluto ( solo brevemente interrotto in conseguenza delle ricordate iniziative non violente), ma anche di Emma Bonino con riferimento all’importante lavoro svolto al Ministero delle Politiche Comunitarie e del Commercio Estero, mentre continua l’assenza di quelli di altri esponenti radicali di primo piano;
– persiste e si aggrava la cancellazione dal servizio pubblico radiotelevisivo di temi di grandissima rilevanza sociale e politica, così come la patente violazione del cosiddetto pluralismo religioso e sociale, documentata costantemente (ed unicamente) dal Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva;
– tale situazione, è dovuta anche alla insufficiente attività di monitoraggio e tutela da parte di AGCOM del rispetto delle leggi vigenti, ma anche a vuoti ed insufficienze normative, e, con riferimento alla Rai in particolare, persino alla ingovernabile quanto elefantiaca struttura aziendale, totalmente e legalmente lottizzata dai partiti a partire dal proprio vertice;
– i Deputati radicali hanno depositato alla Camera dei Deputati dallo scorso autunno un progetto di legge di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo, che prevede l’affidamento in gara del servizio (e del canone)con procedure distinte a livello nazionale ed in ciascuna delle regioni, prevedendo altresì una effettiva e totale privatizzazione della Rai;
– pochi giorni fa il Tribunale di Genova, accogliendo una domanda dell’emittente televisiva locale Primo Canale, ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione della legittimità delle modalità di svolgimento della attività e dei finanziamenti pubblici della Rai a livello regionale, ponendo interrogativi di grande rilievo, e in perfetta sintonia con la proposta di legge richiamata;
– persiste e si aggrava la mancanza assoluta di dati di monitoraggio televisivo: l’AGCOM continua a pubblicarli sul proprio sito con un cronico ritardo di mesi e solo a seguito di nostre sollecitazioni, impedendo materialmente la tutela del diritto dei cittadini a conoscere e ad essere informati correttamente e completamente. La Rai tarda a fornire i dati richiesti dalla Commissione di Vigilanza, e anche statuiti come obblighi dal Contratto di Servizio 2007 – 2009. Ancora nulla è dato sapere sulla gara di appalto che la Rai deve indire per monitorare i propri palinsesti. Ciò comporta che persino chi ha la responsabilità di garantire legalità e correttezza dell’informazione non ha i dati per poterlo fare. Solo il Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva svolge da sempre, e con sempre nuovi servizi – questo servizio pubblico ma a carico – pressochè esclusivo e quindi insostenibile economicamente – dei soggetti politici radicali;
– il Centro di Ascolto dell’informazione radiotelevisiva, proprio per la situazione ricordata, si trova in una condizione sempre più profonda di insostenibilità economica, tale da poter condurre alla chiusura delle attività nel giro di poche settimane, se non vi sarà una svolta. Ciò si tradurrebbe nella indisponibilità di servizi offerti alla collettività ed indispensabili ad un corretto funzionamento della democrazia , che per essere e mantenersi tale non può evitare di rendere disponibile al pubblico il monitoraggio della propria informazione mediatica, in tutti gli aspetti rilevanti
impegna la Direzione di Radicali Italiani
– ad assumere iniziative di denuncia, in particolare della Rai, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con particolare riferimento sia alla questione dei temi assenti , sia degli esponenti politici “vietati”o ammessi solo a seguito di dure iniziative non violente; sia del pluralismo religioso e sociale costantemente violato (con la indispensabile collaborazione del Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva);
– a valutare al più presto iniziative, anche di carattere legale, volte a denunciare pubblicamente l’inottemperanza di parte di AGCOM e della Rai dei diversi e rispettivi obblighi di monitoraggio televisivo, rendendo evidente l’indispensabilità dei servizi offerti oggi in esclusiva dal Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva;
– a sostenere le iniziative che la Commissione di Vigilanza, sulla base dell’iniziativa di Marco Beltrandi, assumeranno circa il monitoraggio del rispetto del Contratto di Servizio Rai 2007 – 2009;
– ad organizzare, al massimo entro il mese di ottobre 2007, un evento pubblico di rilievo sui temi assenti dall’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo (anche in questo caso con l’indispensabile collaborazione del Centro di Ascolto dell’Informazione radiotelevisiva), e sulla proposta di riforma radicale della Rai, in concomitanza con l’iter del disegno di legge in merito presentato dal Ministro Gentiloni al Senato. Ciò anche al fine di valutare la possibilità di ulteriori ed eventuali interventi legislativi o regolamentari nella Commissione parlamentare di Vigilanza Rai.