Arrest Me Too

A partire dal 1° Luglio 2020 con l’approvazione cinese della c.d. “Legge sulla Sicurezza Nazionale“, gli autori di azioni considerate “secessioniste”, “sovversive” o svolte in “collusione con forze straniere” sono punibili penalmente tramite reclusione in carcere da tre a dieci anni o addirittura, nei casi più gravi, da dieci anni all’ergastolo.

Stiamo assistendo al tentativo di cancellare a Hong Kong le più elementari libertà e quei diritti umani e civili garantiti da un trattato internazionale firmato e ratificato dalla Cina e che viene apertamente violato.

La prima persona arrestata ai sensi di tale provvedimento stava sventolando una bandiera con la scritta “Hong Kong Independence”. Le parole della legge lasciano intendere che manifestazioni pacifiche, come catene umane, fiaccolate, persino la semplice intonazione di canzoni o cori, possano discrezionalmente essere fatte rientrare nelle fattispecie di reato previste dal provvedimento sulla Sicurezza Nazionale.

Tale legge si applica anche ai cittadini stranieri, che si trovino nei propri rispettivi Paesi di residenza.

Dunque se un cittadino italiano in Italia pubblica sulle proprie pagine social una foto con un cartello o una bandiera, in sostegno alla causa democratica di Hong Kong, potrebbe essere arrestato e perseguito in qualunque momento appena si trova su territorio cinese.

Per questo abbiamo chiesto ai Parlamentari, indipendentemente dal Partito di appartenenza, di aderire alla campagna “Arrest Me Too” e di pubblicare una foto con un cartello che dica “I Stand With Hong Kong” e l’hashtag “#ArrestMeToo“.

Glielo abbiamo chiesto perché sono stati eletti. Perché in quanto membri delle istituzioni più importanti del nostro Paese, rappresentano quella stessa Democrazia per cui le persone a Hong Kong combattono ogni giorno, mettendo a rischio la propria vita e la propria libertà personale.

La lettera mandata ai Parlamentari:

Egr. Senatore / Egr. Senatrice
On. Deputato / On. Deputata,

Le scriviamo perché, nei giorni passati, a Hong Kong, è stato perpetrato uno dei più gravi attentati ai valori democratici e agli obblighi internazionali derivanti da un trattato firmato, ratificato e registrato presso le Nazioni Unite. Un vero e proprio crimine.

A partire dal 1° Luglio 2020, infatti, con l’approvazione cinese della c.d. “Legge sulla Sicurezza Nazionale”, gli autori di azioni considerate “secessioniste”, “sovversive” o svolte in “collusione con forze straniere” sono punibili penalmente tramite reclusione in carcere da tre a dieci anni o addirittura, nei casi più gravi, da dieci anni all’ergastolo.

La prima persona arrestata ai sensi di tale provvedimento stava sventolando una bandiera con la scritta “Hong Kong Independence”. Le parole della legge lasciano intendere che manifestazioni pacifiche, come catene umane, fiaccolate, persino la semplice intonazione di canzoni o cori, possano discrezionalmente essere fatte rientrare nelle fattispecie di reato previste dal provvedimento sulla Sicurezza Nazionale.

Tale legge non punisce solamente i cittadini di Hong Kong. Si applica anche ai cittadini stranieri, che si trovino nei propri rispettivi Paesi di residenza. Dunque se un cittadino italiano in Italia pubblicasse sulle proprie pagine social una foto con un cartello o una bandiera, in sostegno alla causa democratica di Hong Kong, potrebbe essere arrestato e perseguito in qualunque momento egli o ella si trovasse sul territorio cinese.

Tutto ciò è inaccettabile.

È per questo che oggi Le chiediamo di aderire alla campagna “Arrest Me Too”, lanciata da Radicali Italiani. Le chiediamo di pubblicare (e mandarla all’indirizzo info@radicali.it oppure su WhatsApp al numero +393317128039) una Sua foto con un cartello che dica “I Stand With Hong Kong” e l’hashtag “#ArrestMeToo”.

Lo chiediamo a Lei che è stato/a eletto/a. Lo chiediamo a Lei indipendentemente dal Suo Partito di appartenenza. Perché Lei, in quanto membro delle istituzioni più importanti del nostro Paese, rappresenta quella stessa Democrazia per cui le persone a Hong Kong combattono ogni giorno, mettendo a rischio la propria vita e la propria libertà personale. Possiamo avere grandi differenze di vedute su molti argomenti, ma sulla questione più importante no: la democrazia è il bene più prezioso.