“Le rivelazioni apparse ieri sulla stampa italiana, con molti particolari sulla missione “Dalla Russia con Amore” dei militari russi in Lombardia nella primavera del 2020 confermano quello che avevamo denunciato già nei giorni della missione: la strumentalizzazione da parte dei russi della pandemia a fini geopolitici e per acquisire dati ed informazioni utili per affrontare l’emergenza sanitaria nel loro Paese”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, rispettivamente segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Apprendiamo che la missione ‘umanitaria’ russa era composta da 104 militari e da due epidemiologici (Natalia Y. Pshenichnaya e Aleksandr V. Semenov) che si sono aggiunti all’ultimo momento. La Pshenichnaya ha addirittura utilizzato le informazioni acquisite in Italia per scrivere un testo in cui esalta la risposta alla pandemia della Russia e della Cina e denuncia gli attacchi della stampa italiana alla missione russa, tesi a denigrare la politica di Putin.
Alla guida dei militari russi in Italia c’era il generale Sergej Kikot, già tristemente noto per la sua esperienza in Siria dove aveva negato pubblicamente che il dittatore Assad avesse utilizzato armi chimiche. Kikot è uno dei più grandi esperti mondiali di guerra biologica. Cosa ci faceva a Bergamo a coordinare i suoi uomini che disinfettavano RSA?
Altrettanto inquietante è la presenza in Lombardia del colonnello Igor Bogomolov, capo del Centro di ricerca sulla difesa biologica del ministero della Difesa e direttore del laboratorio di Ekaterinburg dove, secondo il governo USA, è stata messa a punto l’ultima versione del Novichock, il composto chimico utilizzato dall’intelligence militare russa per cercare di assassinare gli oppositori del Cremlino, da Sergej Skipral ad Aleksej Navalny.
Queste ed altre informazioni riportate dalla stampa rendono quanto mai urgente ed opportuno un intervento del Copasir”, continuano, “che convochi in audizione sia l’ex premier Giuseppe Conte che ha sempre rivendicato di avere invitato i russi in Italia, sia del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Infine, rinnoviamo la richiesta al presidente della Repubblica e al ministro degli Esteri di revocare l’onorificenza concessa il 28 maggio 2020 a due ministri russi”, concludono.