“Il 17 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della giustizia internazionale. In quel giorno del 1998, a Roma, veniva approvato lo Statuto della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja, entrato in vigore il 1° luglio 2002.
Sono passati oltre vent’anni e l’Italia deve ancora adottare un ‘codice dei crimini internazionali’ per adeguare l’ordinamento italiano e, soprattutto, per permettere una doverosa sinergia fra giudici italiani e CPI”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Il 16 marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che introduce il ‘codice dei crimini internazionali’ ma in modo fortemente inadeguato: sono infatti previste le fattispecie ‘crimine di aggressione’ e ‘crimine di guerra’ ma è stata stralciata la fattispecie ‘crimine contro l’umanità’ nonostante la Commissione Palazzo-Pocar composta da esperti e nominata dal precedente Ministro della Giustizia avesse redatto una disciplina completa di tutte le fattispecie costituenti crimini internazionali.
Riteniamo che, al di là e al di sopra delle celebrazioni ufficiali, quello che sta accadendo ogni giorno in Ucraina debba spronare il governo a chiudere il cerchio rispetto all’adozione di un codice dei crimini internazionali all’altezza delle sfide non solo sul fronte militare ma anche su quello del diritto penale internazionale.
Sollecitiamo, pertanto, l’approvazione da parte del Parlamento di un codice adeguato e completo, senza il quale gli organi inquirenti sarebbero di fatto impossibilitati alla raccolta delle prove relativamente a condotte commesse all’estero nei confronti di cittadini stranieri; questo varrebbe sia rispetto ai profughi ucraini presenti sul territorio italiano sia rispetto ai reati commessi nei confronti dei migranti lunga la rotta mediterranea e, prima ancora, in Libia.
Infine, rinnoviamo un pressante invito al ministro della Giustizia affinché assicuri la massima collaborazione con la Corte Penale Internazionale rispetto alle indagini in atto sui crimini russi in Ucraina, fornendo assistenza giuridica e personale”, concludono.