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Aborto: PdL battito cardiaco è inaudita violenza contro donne

“La PdL che Pro Vita e Famiglia insieme ad altre associazioni ha presentato per modificare la 194 è un attacco violento all’autodeterminazione delle donne”, così Vittoria Costanza Loffi, coordinatrice della campagna Libera di Abortire e Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani.

Si chiama  ‘Un cuore che batte’ il testo di legge che il movimento pro-life ha depositato ieri in Cassazione obbligando chi vuole abortire ad ascoltare il battito cardiaco del feto. Vittoria Costanza Loffi, dichiara: “Al fronte anti scelta italiano capeggiato da Pro Vita e Famiglia non è bastato inserirsi per oltre 45 anni nelle pieghe della 194, perpetrando violenza ai danni di chiunque decida di abortire nel nostro Paese.

È servito a inserirsi in un ulteriore disegno internazionale che va dalla Russia di Putin alla Turchia di Erdogan fino agli Stati Uniti, dove i più reazionari e conservatori utilizzano da anni il battito cardiaco come strumento di violenza e persuasione e come ulteriore oggetto di legislazioni locali e statali. Sono queste le leve che hanno portato al rovesciamento della tutela federale e costituzionale del diritto all’aborto e all’annullamento della sentenza Roe vs Wade”.

Giulia Crivellini, aggiunge: “Parlano della volontà di rendere chi sta per compiere un IVG pienamente consapevole di quello che sta facendo. Ma l’obiettivo è molto chiaro: è quello di introdurre violenza, di introdurre ulteriori ostacoli al diritto all’aborto nel nostro Paese, fino ad arrivare a vietarlo, perché questo è quanto è accaduto negli Stati Uniti quando diversi Stati,  dal Texas alla Louisiana, hanno introdotto le cosidette heart beating law, cioè le leggi sul battito cardiaco, all’inizio costringendo il personale medico a farlo sentire per poter procedere con un aborto ma poi modificando queste leggi e rendendo il battito cardiaco il limite massimo per poter abortire, quindi circa la stessa settimana.

Da quel momento in poi, da quando il battito cardiaco può essere sentito, l’aborto viene vietato. Quindi si tratta di un attacco durissimo al quale dobbiamo unirci nel rispondere con tutte le forze che abbiamo politicamente e giuridicamente  perché questo non accada”.