“Tutti si sono dimenticati di Alexei Navalny, tranne Putin. Le notizie che trapelano sulle condizioni di salute del principale oppositore del Cremlino, detenuto nella colonia penale di Melikhovo a 250 chilometri da Mosca, sono inquietanti: i suoi collaboratori ventilano un avvelenamento ‘a piccole dosi’ tramite il cibo. Il ministro Tajani e l’ambasciatore italiano a Mosca si attivino urgentemente”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Lo scorso 13 gennaio abbiamo inviato una lettera aperta al ministro Tajani chiedendo formalmente di attivare l’ambasciatore italiano a Mosca affinchĂ© chiedesse alle autoritĂ russe di poter visitare Navalny in carcere. Alle luce delle ultime notizie, reiteriamo con urgenza la nostra richiesta.
Fino al 24 febbraio 2022 la sede diplomatica italiana a Mosca si è contraddistinta per l’intensa promozione di relazioni con la nomenklatura del regime dì Mosca; le 33 onorificenze della Repubblica Italiana (di cui solo 14 revocate) concesse a uomini di Putin dal 2014 sono l’eclatante testimonianza di tale attività .
Sarebbe ora che i nostri diplomatici a Mosca si occupassero dei cittadini russi che, in condizioni difficilissime, hanno il coraggio di dire NO a Putin e alla sua guerra, pagando con l’arresto immediato, il processo farsa e il carcere duro. Partendo proprio da Alexei Navalny”, concludono.