Dichiarazione di Paolo Niccolò Giubelli, Segretario di Radicali Ferrara
A Ferrara la nuova Giunta a trazione leghista si è data da fare per acquistare crocifissi da mettere nelle aule scolastiche che ne sono rimaste sprovviste. Si sta consumando quindi l’ennesimo scempio dei simboli religiosi, a ulteriore dimostrazione del fatto che Fabbri non è così lontano da quel Salvini che ostentando i rosari (mentre blocca le navi) vuole far presa sulle persone con evidente poca fede nel Vangelo, il cui messaggio è in netta antitesi con le politiche leghiste, e molta fede nei simulacri. Anche l’imitazione però è segno di identità debole.
Quello che Fabbri sta facendo coi crocifissi è due volte offensivo: si fa un uso politico di un simbolo religioso e si calpesta barbaramente il principio di laicità dello Stato.
Fabbri, consapevole dell’ipocrisia del gesto, afferma che il crocifisso è un “simbolo culturale”. Per i cristiani però questo è un declassamento: Gesù che si sacrifica per l’umanità sulla croce non è affatto un simbolo culturale; per chi crede è qualcosa di ben più grande.
Per tutti, credenti e non, c’è soprattutto l’attacco al principio di laicità che dovrebbe tutelare tutti: lo Stato è governato dalle istituzioni che sono legittimate dalle forze politiche detentrici del consenso. Se la politica fa propaganda con la religione, lo Stato finisce prima o poi col vestire i panni di detentore della Verità assoluta e indiscutibile. Non c’è solo da prendere atto che la nostra società non è più esclusivamente cristiana e che le istituzioni non devono e non possono schierarsi, anche solo coi simboli, a favore di una fede o dell’altra; si tratta anche di rendersi conto che ora più che mai è importante difendere la separazione tra istituzioni e propaganda, tra la bandiera del Comune e quella della Lega, tra quello che è di Dio e quello che è di Cesare.