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Abolizione prescrizione. Radicali: Sciopero della fame per il ripristino dei diritti costituzionali

Manzi (Radicali italiani): “La mia azione nonviolenta contro il fine processo mai”
Radicali italiani aderisce all’iniziativa dell’Unione Camere Penali, che ha indetto un’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 21, 22, 23, 24 e 25 ottobre per la mancata riforma del processo e l’abolizione della prescrizione, e lancia per gli stessi giorni un digiuno per il rientro nella legalità costituzionale perché il fine processo mai, con il sequestro di Stato degli indagati, è inammissibile e incostituzionale.

La Segretaria di Radicali Italiani attuerà un’azione nonviolenta di sciopero della fame dal 21 al 25 ottobre cui si aggiungeranno, in un digiuno a staffetta, militanti e dirigenti radicali. Nel fine settimana 26/27 ottobre Radicali italiani sarà nelle piazze italiane con un appello sugli stessi obiettivi, per informare i cittadini e impedire uno scempio della nostra Costituzione e dello Stato di diritto. 


Dichiarazione di Silvja manzi (Segretaria di Radicali Italiani):
“Il mio sciopero della fame – che condurrò dal 21 al 25 ottobre accompagnando l’iniziativa di astensione dalle udienze dei penalisti italiani – ha l’obiettivo di levare un grido nonviolento contro il ‘fine processo mai’ e segna il nostro pieno sostegno alla mobilitazione promossa dall’Unione delle Camere Penali per ottenere la cancellazione della prescrizione dopo la condanna in primo grado. Tale provvedimento, infatti, mina alla base lo Stato di diritto e i diritti costituzionali dei cittadini, sanciti dal secondo comma dell’art. 111 della Carta Costituzionale dove si afferma che la legge assicura la ragionevole durata dei processi. La prescrizione rappresenta un istituto di garanzia, necessario anche per determinare, appunto, la ragionevole durata del processo, a tutela al contempo della persona offesa e dell’imputato. Lo diciamo da decenni: occorre sulla giustizia affrontare una riforma complessiva e radicale che, con coraggio, riparta dai fondamenti costituzionali e, senza tabù, affronti i nodi più importanti: separazione delle carriere dei magistrati e abolizione dell’obbligo dell’azione penale. L’attuale approccio liberticida, giustizialista e carcerario peggiora inesorabilmente e irreparabilmente una situazione già compromessa di vera e propria giustizia ingiusta.”