“Il Comune piemontese di Villastellone vuole imporre il daspo urbano a prostitute e clienti. Vorrei ricordare al sindaco che questo provvedimento è illegittimo così come già riconosciuto in un pronunciamento del Tar Toscana nel 2020”, così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani.
“Due anni fa con Certi Diritti impugnammo il regolamento di Polizia del Comune di Massa e il Tar accolse, seppur parzialmente, il nostro ricorso mettendo fine agli allontanamenti indiscriminati delle e dei sex worker. Le decisioni come quella del comune di Villastellone oltre a non essere giuridicamente valide sembrano il frutto di un proibizionismo folle e senza senso che come unico risultato va a ledere i già labili diritti di chi conduce il lavoro sessuale.
La generale prospettiva proibizionista del governo Meloni e le reiterate ordinanze comunali anti-prostituzione che in tutta Italia continuano a proliferare sono tese a criminalizzare il sex work e il cliente stesso. Paradossalmente in Italia la prostituzione è legale ma non regolamentata, dando luogo ad un corto circuito di criminalizzazione e sfruttamento laddove devono esserci libertà di scelta sull’uso del proprio corpo e norme che consentano di scegliere di lavorare e guadagnare attraverso il sesso.
Come Radicali siamo convinti che al posto di norme proibizioniste sia necessaria la decriminazionalizzazione e il riconoscimento del sex work, perché il governo del fenomeno potrà essere efficiente anche nell’individuare e contrastare al meglio le mire dei circuiti criminali”, conclude.