“Vladimir Putin è alle corde. Proprio per questo il livello di rischio nella guerra di aggressione terroristica della Russia contro l’Ucraina cresce. Lo dimostrano le farneticazioni del discorso di oggi: il capo del Cremlino ribadisce accuse di neonazismo al governo di Kiev e minaccia l’uso di armi nucleari contro un Occidente che, a suo dire, minaccia la Russia”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Da sempre e più di sempre le accuse che Putin rivolge a supposti nemici sono lo specchio di se stesso, per giustificare i massacri, le stragi e i crimini che compie ogni giorno in Ucraina, in Europa. Inutile sottolineare la totale farsa rappresentata dai referendum indetti per il 23 settembre con il solo scopo di poter affermare falsamente che i territori dell’Ucraina dell’est sono divenuti parte della Russia e poter auto giustificare azioni ancora più gravi, magari con l’utilizzo delle armi nucleari tattiche.
Le uniche risposte possibili sono il pieno sostegno alla resistenza ucraina e l’incriminazione di Putin e di tutta la catena di comando per crimini di guerra e contro l’umanità come sosteniamo da mesi con la nostra campagna ‘Putin all’Aja’.
L’appello di Putin alla mobilitazione di 300.000 riservisti deve suscitare una risposta ancora più decisa da parte dell’Europa e della NATO; il nostro appello va ad ogni soldato russo, ad ogni riservista richiamato alle armi per disertare, per dire SignorNÒ! Utilizzando un vecchio slogan radicale potremmo dire: non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin”, concludono.