“Da mesi chiediamo al Ministero della Salute l’integrazione nel calcolo dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) di un indicatore specifico, con peso significativo, che misuri la presenza/assenza di servizi per l’interruzione volontaria di gravidanza ma nessuna risposta concreta finora è arrivata dal ministro Speranza” così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, responsabile della campagna Libera di Abortire.
“Nelle nostre proposte di immediata applicazione abbiamo chiesto anche i tempi d’attesa, la possibilità di scelta del metodo, l’estensione dei tempi per aborto farmacologico a nove settimane da parte di tutti gli ospedali in adeguamento alle linee guida ministeriali di giugno 2020. In questo modo le Regioni che non garantiscono tali prestazioni sarebbero penalizzate nei finanziamenti, dunque incentivate a provvedere.
Ma non siamo i soli a chiedere senza avere risposta: dal 2016 al 2020 sono pervenute al Ministero della Salute 187 richieste di aggiornamento e inclusione dei Livelli essenziali di assistenza, di cui 122 solo nel 2020. Le richieste provengono per il 49% da associazioni di pazienti e/o cittadini e a denunciarlo è Tonino Aceti, presidente e fondatore di Salutequità.
Aceti informa poi che ‘un tentativo di sbloccare la situazione è stato quindi messo in campo dal Ministero della Salute a gennaio 2022, come avevamo anche noi appreso durante l’incontro con la segreteria tecnica e politica del ministro a marzo 2022. Da allora il silenzio.
Il tempo che continua a passare su queste e altre proposte semplici e realizzabili è per noi incomprensibile soprattutto da parte di un ministro laico e a favore dell’autodeterminazione delle cittadine e dei cittadini. Se Speranza continua a non darci ascolto torneremo presto a manifestare sotto il ministero”, concludono