Disturbare. Difendere. Resistere.

Lettera agli iscritti del Segretario di Radicali Italiani


Care compagne, cari compagni,

il 2025 non è stato un anno come gli altri. È stato un anno che ha costretto ciascuno a scegliere se adeguarsi o esporsi. Noi abbiamo scelto di disturbare. Non per il gusto della provocazione, ma perché in questi tempi è necessario più che mai.

La prima battaglia radicale di quest’anno è stata la disobbedienza civile. Disobbedire oggi non è un gesto simbolico: è un atto politico e giuridico necessario quando la legge diventa strumento di repressione irragionevole.

Nel corso del 2025 sono stato denunciato tre volte: due per spaccio, una per violazione del Codice della strada per aver guidato giorni dopo aver consumato cannabis. Disobbedienze diverse, unite da un unico filo rosso: dimostrare che il diritto penale viene usato per punire ciò che non è offensivo e per produrre paura. Disobbedire per portare queste norme davanti ai tribunali, per costringere lo Stato a rispondere e per difendere principi costituzionali oggi gravemente minati.


Accanto alla disobbedienza, abbiamo continuato a “disturbare” sul terreno dell’immigrazione. Abbiamo denunciato l’ipocrisia di una politica che in pubblico alimenta propaganda feroce e in privato accetta violazioni sistematiche dei diritti umani. Il rinnovo del Memorandum Italia–Libia è una macchia politica e giuridica che abbiamo contrastato con atti concreti, arrivando a presentare un esposto alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. 

Siamo stati dalla parte degli ultimi e degli emarginati, visitando più di quaranta carceri in tutta Italia, per monitorare e denunciare la più grave crisi nella storia Repubblicana, affiancando proposte e iniziative concrete. 

Non è mai mancato il nostro impegno in difesa l’Ucraina e di tutti quei popoli che oggi lottano contro l’oppressore.


In un Paese in cui la propaganda russa permea il dibattito pubblico, abbiamo rifiutato la falsa pace della resa. Chiamare pace l’indifferenza verso l’aggressione significa preparare nuove aggressioni. Difendere l’Ucraina significa difendere il diritto internazionale e l’idea stessa di Europa come spazio politico fondato sulle regole, non sulla forza. Ed è proprio sull’onda di questo impegno che la nostra Tesoriera sarà in Ucraina nei giorni di capodanno.

Abbiamo disturbato anche sul terreno della concorrenza e delle libertà economiche. Lo abbiamo fatto sulle concessioni balneari, denunciando rendite e illegalità normalizzate; lo abbiamo fatto sul trasporto pubblico; lo abbiamo fatto difendendo la libertà economica contro norme punitive e irrazionali. 


Non è mancato il nostro impegno sul tema della laicità dello Stato. Anche qui abbiamo scelto di disturbare, opponendoci alle forme di moralismo fiscale e punitivo, come la cosiddetta “tassa etica”, che colpisce chi lavora nel settore pornografico senza alcuna giustificazione costituzionale.

Molte di queste battaglie hanno un tratto comune: difendere ciò che era già stato conquistato. Difendere diritti che davamo per acquisiti e che oggi tornano fragili. Difendere libertà da un’inquietante e progressiva erosione, che non le annienta in un colpo solo, ma attraverso piccoli passi, decreti, norme, emergenze permanenti.

In questo 2025 Radicali Italiani ha dimostrato di essere un soggetto politico più vivo che mai. Le iscrizioni crescono, le scelte del due per mille raggiunge risultati storici, nuove persone si avvicinano non per nostalgia, ma perché riconoscono una pratica politica coerente. Il Radical Lab, le campagne condivise, il dialogo trasversale lo dimostrano. 


Non siamo un movimento che usa il proprio nome per commemorare un metodo, ma un movimento che usa un metodo per onorare il proprio nome.

Guardando al 2026, una cosa è chiara: non sarà un anno più facile. Lo spazio democratico si restringe e la repressione si normalizza. Proprio per questo il nostro compito non cambia: disturbare.

Continueremo a farlo con la disobbedienza civile, con le battaglie giuridiche, con il lavoro politico, nei tribunali, nelle carceri, nei CPR, nei luoghi dove il diritto viene sospeso e la dignità compressa. 

Vi scrivo perchè voglio ringraziarvi per aver condiviso questo anno difficile. 

Ci aspetta un 2026 di lotte: ma sono sicuro che, anche grazie al vostro sostegno, sapremo disturbare come si deve.

Sapremo reagire. Sapremo essere Radicali!

Un abbraccio!
Filippo Blengino
Segretario di Radicali Italiani