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Il Piano Mattei per l’Africa non è una cosa seria

Nel decreto-legge istitutivo non c’è scritto chi dovrà scriverlo. E entro quale termine di tempo.

Ieri è entrato in vigore il decreto-legge 15 novembre 2023, n. 161 “Disposizioni urgenti per il Piano Mattei per lo sviluppo in Stati del Continente africano”.

La montagna ha partorito il topolino. In sette articoli striminziti si parla di una “Cabina di regia” costituita da una pletora di persone e di istituzioni che, tra i tanti compiti assegnati, “finalizza il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti”.  “Finalizza” significa “redige”? Se sì, in quanto tempo? Il provvedimento non contiene alcuna scadenza temporale per la predisposizione di un documento che dovrebbe delineare “la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, volto a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo”.

Notare che tutti i soggetti coinvolti nella stesura del Piano, compresi gli esperti, lavoreranno gratis. La “struttura di missione” ha meri compiti di supporto e segretariato della “Cabina di regia”. È credibile tutto questo?

Noi avremmo voluto ricordare a Giorgia Meloni che quarant’anni fa un politico italiano aveva investito almeno sette anni del suo impegno politico per un intervento straordinario dell’Italia in Africa.

Ma chiedere di intitolare “Piano Pannella” questa operazione del governo puramente di immagine, come si prefigura fin dal primo atto, non sarebbe una cosa seria.

Lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino – Segretario Radicali Italiani – Igor Boni – Presidente Radicali Italiani – Giulio Manfredi – Giunta Radicali Italiani