Denunciamo lo stato del diritto all’aborto in Italia che, anche per quest’anno, si è dimostrato tutt’altro che “sicuro”: la destra più reazionaria della storia della Repubblica conferma con le sue azioni su base regionale e comunale una volontà denunciata dalle realtà organizzatrici della manifestazione anzitempo; quella di inserirsi nelle tante contraddizioni e ipocrisie della legge 194 per riuscire a ostacolare il pieno riconoscimento dei diritti riproduttivi nel nostro Paese.
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“La legge 194 è ormai insufficiente, non viene rispettata e non implica né attiva meccanismi di autotutela per i cittadini che desiderano denunciare queste violazioni”, dichiarano Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, coordinatrice di Libera di Abortire. “Il primo a non rispettare la legge 194 è il ministro della Salute Orazio Schillaci che sembra non ritenere rilevante l’obbligo (art.16) in capo al ministero di trasmettere al Parlamento una relazione sull’attuazione della legge 194 entro il mese di febbraio. La relazione sembra essere sparita e, con lei, il diritto all’informazione sull’aborto” continuano le organizzatrici.
La Relazione è, ancora oggi, l’unico strumento istituzionale a disposizione dei cittadini per conoscere lo stato dell’accesso all’aborto in Italia per questo abbiamo scritto al ministro per richiedere con urgenza l’ottemperanza delle disposizioni di legge.
“Tuttavia, è importante sottolineare quanto di anno in anno la Relazione si riveli uno strumento insufficiente che descrive un’Italia e un diritto all’aborto distaccati dal reale. Non è infatti in grado di spiegare o motivare il perché di tante testimonianze provenienti da ogni parte del Paese che raccontano un accesso all’aborto caratterizzato da violenza, stigma e ostacoli medici e istituzionali.
Firma la proposta di legge per un aborto libero e sicuro
Per noi è l’ennesima prova a conferma di un’unica realtà: quella di dover aggiornare e superare in ogni passaggio la legge 194”, concludono le organizzatrici della manifestazione. Questo lo scopo della legge di iniziativa popolare presentata da Radicali Italiani, Libera di Abortire e molte realtà transfemministe impegnate in una campagna aperta ad ogni realtà civile e politica: superare la 194 e portare finalmente l’aborto “al sicuro”, riconoscendolo come diritto incentrato sull’autodeterminazione dei corpi, estirpando alla radice tutti gli ostacoli morali e amministrativi che si sono sommati e sedimentati in questi anni nel nostro Paese.
Per queste ragioni è stato lanciato l’appuntamento di mobilitazione davanti al ministero della Salute in occasione della ricorrenza internazionale che vedrà mobilitarsi tanti gruppi pro-choice in tutto il mondo.