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Appunti per una proposta di tesoreria di Radicali italiani

Di Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani

Quello che segue è documento compilato durante quest’anno di attività politica come tesoriera di Radicali italiani e si basa su valutazioni e confronti con tanti compagni e compagne in giro per l’Italia, nonché sulle esperienze positive che ho riscontrato nelle attività di associazioni di area radicale e nel portare avanti la campagna Libera di abortire. È un documento di riflessione e proposta che offro al dibattito congressuale come ulteriore nota di tesoreria.

Radicali italiani, dal momento della sua fondazione, ha messo al centro della propria vita associativa il ruolo degli iscritti. A loro è affidato, senza mediazioni o deleghe, il compito di decidere la linea politica del Movimento, gli interpreti annuali della mozione generale e i responsabili legali. Il congresso a data fissa – quindi non frutto di un compromesso o di una decisione unilaterale delle cariche sulla base della convenienza del momento – è un unicum nel panorama dei partiti italiani, un elemento di straordinaria democraticità, spesso sottovalutato anche da noi stessi. Come abbiamo spesso ribadito, scegliere la democrazia per un movimento oggi più che mai ha un valore politico, mentre buona parte degli altri partiti si organizza intorno a leadership non scalabili e il modello “partitocratico” è sempre più superato da un ruolo influente di forme associative diverse dai partiti, per accedere al consenso personale o creare correnti politiche.

Viviamo dunque nella difficile evoluzione della concezione di politica e di partiti che attraversa la società italiana, in mancanza di una legge sulla politica che possa determinare i confini giuridici di partiti e movimenti, come abbiamo provato a sottolineare con la campagna e le proposte contenute nell’appello “Anche questa è politica”.

Al contempo, come Radicali italiani abbiamo vissuto la complessa transizione da soggetto federato e subordinato, economicamente e politicamente, alla galassia radicale facente capo al Partito Radicale e all’associazione Lista Marco Pannella, a soggetto completamente autonomo, che può contare anche sulle scelte in dichiarazione dei redditi relative al 2xMille.

Un tema del genere dunque necessità oggi di un’analisi quanto più adeguata e moderna di fronte a questi cambiamenti.


La scelta della Tessera di partito: una scelta di appartenenza

L’iscrizione ad un partito è da sempre concepita come un rito di entrata in un’unione che definisce pubblicamente la propria identità e appartenenza politica. La crisi dell’immagine della politica tradizionale a cui stiamo assistendo non può che avere un esito negativo anche sulla capacità dei partiti di chiedere ai cittadini e alle cittadine una scelta di appartenenza così qualificante. La situazione generale, che i dati degli iscritti ai partiti in Italia e non solo dimostrano chiaramente da anni, esige inoltre la consapevolezza che il problema della diminuzione della capacità di adesione tramite tessera ad un progetto partitico è diffuso e trasversale e non riguarda solo noi.

Necessario è quindi portare questa riflessione all’esterno coinvolgendo, tramite incontri e seminari, anche gli altri responsabili di forze politiche nazionali ed europee.


Il distacco tra persone e partiti, l’incapacità di coinvolgimento

Altro problema trasversale che attraversa le forze politiche è quello relativo al distacco tra partiti e cittadini nella capacità di coinvolgimento degli iscritti e militanti alla formazione delle scelte politiche del proprio partito. In un’epoca in cui siamo sempre più partecipi alla scelta e all’autorealizzazione dei prodotti di consumo, strutture verticistiche risultano ancora più obsolete, soprattutto se non sorrette esclusivamente dall’adesione ad una leadership carismatica.

In questo senso i partiti hanno molto da imparare dalle imprese e dal mondo civico nella capacità di coinvolgimento dei propri “utenti/sostenitori”. Nonostante il lavoro fatto in questi anni, il coinvolgimento che offre Radicali italiani in modo annuale tramite congresso risulta comunque inadeguato alle attuali esigenze, che non riguardano solo il potere di decisione politica sulla vita interna, ma l’ascolto, l’accoglienza, l’inserimento, la collaborazione, l’informazione, la formazione, i servizi comuni, il lavoro su obiettivi comuni, dentro una collettività.

Come Radicali siamo stati alcune volte nella storia promotori di modalità politiche nuove. Questo ha riguardato anche le iscrizioni e le regole interne: dal voto online dei membri del Comitato nazionale agli albori della rivoluzione digitale, alla possibilità di doppia tessera, fino alla mancanza di disciplina di partito e di espulsioni politiche.

Oggi dobbiamo comprendere come poter essere innovatori in materia di coinvolgimento dei sostenitori e potere politico degli iscritti.


E quindi?

In questa proposta che presento al dibattito congressuale, e che non prevederebbe alcuna modifica statutaria, dunque una semplice proposta di gestione della tesoreria, provo a tenere ben fermi due aspetti essenziali: il primo è la democrazia e dunque potere politico degli iscritti, il secondo è la capacità di coinvolgimento di una platea più grande che non per forza è disponibile o attratta dalla vita interna del partito.

L’obiettivo è creare un sistema che induca a conquistare nuovi “aderenti”, “appassionati” (provando altresì a cambiare il dato anagrafico e di genere che caratterizza da sempre il movimento), e offrire a chi si avvicina a Radicali italiani molteplici possibilità di conoscenza e formazione, tali da indurre interesse ad acquisire successivamente, tramite iscrizione, i diritti politici all’interno del movimento, per chi lo volesse.


La piramide del fundraising e il “modello Patreon”

Ogni fundraiser di una associazione capace di raccogliere adesioni sa che per far entrare persone nuove si parte dal basso, con una serie di attività specifiche rivolte al nuovo pubblico, mentre si prova a confermare e a chiedere un impegno maggiore ai vecchi aderenti. Come in una piramide le attività sono diversificate e in salita. La richiesta della tessera di un partito è una richiesta che riguarda il livello superiore di questa piramide.

In Radicali italiani, visto il costo della tessera, il livello è ancora più superiore che per gli altri. Ma come facciamo a coinvolgere le persone all’inizio della loro esperienza radicale? Qui entra in gioco quello che potremmo chiamare il “modello Patreon”.

Patreon è una piattaforma in abbonamento che permette ai creatori di contenuti e servizi di ricevere compensi in modo facile. Gli aderenti, pagano una piccola cifra mensilmente o annuale, oppure per ogni post o servizio offerto.

Il successo di questo modello di scambio anche in ambito di formazione civile e politica dimostra tutto l’interesse che soprattutto le giovani generazioni hanno per l’acquisizione di capacità e strumenti politici.


Come applicare questo modello a Radicali italiani, alcuni esempi

Gli aderenti a Radicali italiani potrebbero essere divisi in due categorie già usate in questi anni: i sostenitori e gli iscritti.

La quota “sostenitori” potrebbe essere 30 euro annuali. Con questa si accede ad alcuni servizi già definiti all’inizio dell’anno (come succede in Patreon).

Esempio:

  • 4 webinar all’anno sui temi più importanti delle battaglie radicali
  • 1 webinar sui radicali, storia, funzionamento, metodo, ragioni e priorità
  • newsletter tematiche
  • possibilità di accedere ai referendum interni

La quota “iscritti” invece rimane a 50 euro per i giovani e 200 euro per gli over, con la non preclusione di una riduzione, negli anni a venire, a 100 euro per gli over 28.

Oltre ad avere accesso alle possibilità dei soci sostenitori, gli iscritti:

  • – partecipano con elettorato passivo e attivo alla elezione degli organi statutari
  • – ricevono gadget di radicali italiani (tessera, borsa, brochure di presentazione, spilletta, adesivo).

Perché i referendum interni aperti anche ai sostenitori?

I referendum consultivi interni servono ad incentivare la partecipazione di una base più ampia, ed essere contaminati da un pubblico di interessati più grande di quello degli iscritti. Ogni anno, ad esempio, si potrebbero proporre al voto di iscritti e sostenitori delle possibili campagne proposte e presentate sul nostro sito, come concorso politico e creativo. La tesoreria mette a disposizione una quota di 5 mila euro per realizzare quella che ottiene più voti.


L’utilizzo del 2xmille e della raccolta fondi per migliorare la vita della comunità di Radicali italiani

Gli esempi finora descritti vogliono dare un’idea della direzione che Radicali italiani può perseguire per coinvolgere il vasto pubblico dei suoi simpatizzanti, che comunque continua a crescere, perché al di là delle iscrizioni, in questi anni è aumentato enormemente il nostro indirizzario così come le adesioni attraverso il 2xmille.

Ma la vita del movimento è costituita anche delle occasioni di incontro reale e fisico che, dopo l’emergenza pandemica e la crisi economica che attraversa tante persone, sono diventate sempre più difficili da organizzare rispetto al passato, anche per gli stessi membri di direzione e comitato nazionale, con un utilizzo smodato delle chat e conseguenze rovinose per la nostra comprensione interna.

Emerge quindi con urgenza la necessità di un ritorno ai rapporti reali e fisici, come a gran voce chiedevano gli studenti durante il lockdown, e la necessità degli organi statutari di convocarsi in presenza come è accaduto, appena è stato possibile, nel Parlamento europeo e in quello italiano.

In questo senso la scelta tra le riunioni “dal vivo”, “online” o “ibride”, non può che tenere conto, da una parte, delle difficoltà economiche e lavorative dei membri e, dall’altra, della necessità, non più minimizzabile, della presenza. E dunque sarebbe assolutamente un investimento per tutti se Radicali italiani incentivasse la possibilità di partecipazione in presenza creando, ad esempio, comitati itineranti che prevedano al tempo stesso un rimborso parziale dei costi e una raccolta fondi, come è accaduto ogni anno nell’offerta rivolta ai ragazzi del Radical Lab. Trovando anche strutture idonee a trascorrere 2-3 giorni insieme.

Tutto questo, e molto altro, sarà possibile solo se saremo in grado di uscire da steccati predefiniti dello stare insieme e aprirci a nuove, più efficaci, ma non affrettate forme organizzative e quindi (per noi da sempre anche) politiche.

Grazie per l’attenzione