“Il pontefice ha diffuso in tutto il mondo un’informazione falsa: l’Ucraina è stata aggredita non da ‘mercenari’ ma dall’esercito regolare della Federazione Russa”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani commentando il tweet del 9 novembre di Papa Francesco che recitava: “Rinnovo il mio invito alla preghiera per la martoriata #Ucraina: chiediamo al Signore la pace per questa gente così tribolata, che soffre tanta crudeltà da parte dei mercenari che fanno la guerra. #Preghiamoinsieme”.
L’aggressione è stata compiuta dallo stesso esercito che ha attaccato nel 1994 e nel 1999 la Cecenia, nel 2008 la Georgia, nel 2015 è andato a dare manforte al criminale siriano Assad in Siria. I mercenari del ‘Gruppo Wagner’ e quelli del rinnegato ceceno Kadyrov sono presenti sul fronte ucraino ma lo sforzo bellico è tutto sulle spalle dei soldati regolari russi; dallo scorso 8 ottobre il generale Sergej Surovikin (già distintosi in Cecenia e in Siria) è il comandante di tutte le truppe russe impegnate in Ucraina.
Dunque, come i radicali denunciano da 23 anni, quello praticato da Vladimir Putin non è terrorismo mercenario ma terrorismo di Stato. Anche (o, se volete, soprattutto) Papa Francesco ha il dovere di dire la verità, non di diffondere la menzogna, forse illudendosi che aiuti la causa della pace. Non ci sarà Pace senza Verità come non ci sarà Pace senza Giustizia.
Per questo invitiamo il Papa a dedicare uno dei suoi prossimi tweet alla campagna lanciata da Radicali Italiani per l’incriminazione di Vladimir Putin da parte della Corte Penale Internazionale dell’Aja, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, concludono.