Di Maio revochi tutte le onorificenze agli uomini di Putin
“Chiediamo al premier Draghi e al ministro degli esteri Di Maio di ribadire con forza la ferma condanna e il deciso non riconoscimento legale dei ‘referendum farsa’ indetti da Putin in quattro regioni ucraine occupate militarmente da Mosca, per legittimare la loro annessione alla Russia”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Tali referendum si sono svolti nelle stesse condizioni di costrizione, non trasparenza, intimidazione con cui si svolse nel 1938 il “referendum farsa” indetto da Hitler e Goebbels nell’Austria invasa dai nazisti, per sancire la sua annessione al Terzo Reich. E le percentuali incredibili dei SI’ all’annessione comunicate ieri dai russi (tra l’87 e il 99% a seconda delle regioni) sono simili a quelle comunicate dai nazisti nel 1938 (99,73%).
Rinnoviamo inoltre la richiesta al ministro di Maio di completare la procedura di revoca di tutte le onorificenze della Repubblica Italiana concesse dal 2014 (prima aggressione della Russia all’Ucraina) a esponenti del regime di Putin, fra i quali c’è anche Dmitri Peskov, il portavoce di Putin, che ha dato i numeri dei “referendum farsa”. Spulciando gli appositi elenchi sul sito del Quirinale, Radicali Italiani ha predisposto un elenco con 29 nominativi; di questi, ben 22 sono stati insigniti di medaglia da quando Luigi di Maio è entrato alla Farnesina, il 5 settembre 2019.
In due distinte tornate, nel maggio ed agosto scorsi, il presidente della Repubblica, su richiesta del ministro degli Esteri, ha provveduto a revocare “per indegnità” 14 di tali onorificenze. Il ministro Di Maio deve completare il procedimento delle revoche (per cui è stata costituito alla Farnesina nel marzo scorso una commissione ad hoc) entro la fine del suo mandato, anche perché non siamo per nulla sicuri che chi lo sostituirà vorrà terminare la doverosa opera di rimozione di onorificenze vergognose”, concludono.