Diritti: sindaco Rimini ritiri ordinanza che discrimina il sex work

Si è tenuto questa mattina a Rimini davanti al Comune il sit in di Radicali Italiani e Radicali Rimini, a cui ha aderito Cattolica Futura, per chiedere che il sindaco Sadegholvaad ritiri l’ordinanza anti prostituzione in vigore dal 30 giugno. Una misura che non protegge i cittadini e, allo stesso tempo, lede i diritti delle e dei sex workers.

“Siamo qui per rinnovare con forza la richiesta già avanzata al sindaco di Rimini di ritirare un’ordinanza lesiva dei diritti delle persone e inutile per la collettività. Attendiamo una risposta” hanno dichiarato Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Jacopo Vasini, segretario Radicali Rimini che avevano già scritto al sindaco senza avere risposta.

“Bisogna smetterla di pensare alla prostituzione in termini moralistici e iniziare a  pensare alle conseguenze disastrose che la criminalizzazione oggi porta nella vita delle persone che si prostituiscono”, ha aggiunto Federica Oneda, comitato di Radicali Italiani. Infine ha concluso Lorenzo Bodellini di Radicali Rimini: “Lavorare per tutelare la libertà e il diritto di ogni individuo è la condizione necessaria affinché una comunità possa essere considerata liberale, civile, progressiva e democratica.

L’ordinanza anti-prostituzione in vigore viola sistematicamente questo principio andando a identificare le ed i sex worker come persone di serie B, degradate e degradanti il decoro urbano e perciò da nascondere agli occhi di cittadini e turisti con strumenti coercitivi, mettendo in discussione la loro salute, la loro sicurezza e la loro dignità in una logica ipocrita, puritana ed intrusiva.

Il sindaco di Rimini ha fatto della riqualificazione infrastrutturale della città una sua priorità, risanando il lungomare, la stazione e varie altre zone e quartieri, mi auguro che questo possa estendersi anche ai diritti degli individui che, ad oggi, paradossalmente, tutt’altro che riqualificati, sono soppressi e violati”.