Cannabis: al fianco di Andrea Trisciuoglio e degli imprenditori di cannabis light

“Torna come un boomerang il problema di una legge che possiamo definire grigia ed incompiuta, la 242 del 2016, che di fatto non tutela gli imprenditori nel loro diritto al lavoro e pone le persone agli arresti domiciliari”, così in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani.

“Oggi ci sarà l’udienza di convalida per il fermo ricevuto da Andrea Trisciuoglio, presidente dell’Associazione ‘La piantiamo’ che si batte per l’accesso alle cure, essendo lui stesso un paziente che vorrebbe curarsi con la cannabis terapeutica.

Sabato 7 maggio è stato posto agli arresti domiciliari a seguito di un controllo della guardia di finanza, che ha rinvenuto Trisciuoglio e un amico in possesso di cannabis sativa con thc sotto lo 0,2%. Segnaliamo la violazione dei più basilari diritti. Ad Andrea sono stati applicati anche gli arresti domiciliari, che dovrebbero essere inflitti solo per pericolo di fuga o inquinamento delle prove. Creando questi precedenti si disorientano le persone, gli imprenditori, a causa di lacune normative su elementi basilari: come vuole lo Stato che io trasporti questo prodotto? Cosa è necessario fare per non passare da criminali?

Il 19 Novembre 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata sulla commercializzazione dei prodotti a base di CBD. La sentenza è rilevante perché stabilisce che per il CBD valgono le disposizioni sulla libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione europea.

Inoltre afferma che la determinazione di ‘sostanza stupefacente’ è soggetta alle definizioni contenute nella Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 e nella Convenzione sulle sostanze psicotrope delle Nazioni Unite del 1971. Il cannabidiolo non viene esplicitamente menzionato in nessuna di queste due normative.

La Corte rileva quindi come non vi siano evidenze scientifiche che il CBD – a differenza del THC, l’altro cannabinoide contenuto nella cannabis – abbia effetti psicotropi e rappresenti un rischio per la salute dell’individuo. Lo Stato Italiano deve prendere in considerazione questo mercato perché questo è un tema che si lega strettamente alla vita delle persone.

In questo Paese quando si parla di cannabis, oltre a non far circolare i prodotti legati a questa pianta, si nega la libertà individuale alle persone, che siano imprenditori o consumatori. I ministeri competenti e i parlamentari si attivino per definire meglio le regole di una legge che deve essere comprensibile e sicura”, concludono.