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Referendum: presidente Amato venga al nostro Congresso nazionale per un confronto democratico

“Invitiamo ufficialmente il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato al XX Congresso di Radicali Italiani che si svolgerà a Roma dal 25 al 27 febbraio, presso l’Eurostar Roma Aeterna. Venga in contraddittorio a esporre le proprie ragioni sulla bocciatura dei referendum”, così in una nota Massimiliano IervolinoGiulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

“Che il Presidente Amato, in conferenza stampa prima, e poi in programmi televisivi di massimo ascolto vada, senza contraddittorio, a spiegare le ragioni della bocciatura di 3 referendum, prima che le motivazioni ufficiali di tali bocciature siano rese pubbliche, è uno scandalo istituzionale.

La Corte, a nostro avviso contro la Costituzione, ha fermato i quesiti che più degli altri avrebbero mobilitato il Paese e avrebbero costretto la politica a un dibattito che da anni vuole evitare, dato che i nostri progetti di legge di iniziativa popolare giacciono in Parlamento impolverati. Una decisione che abbiamo detto e ribadiamo essere totalmente politica e non legata all’art. 75 della Costituzione stessa. 

Per noi e per le nostre convinzioni di laici, il dialogo è la prima cosa, sempre. Per questo chiediamo al Presidente Amato di venire al nostro XX congresso per esporre in contraddittorio le sue argomentazioni che, francamente, sono state a nostro avviso offensive nei confronti dei promotori e hanno utilizzato motivazioni non veritiere negli esempi portati all’attenzione della stampa.

Senza contare le parole fuori luogo dette contro la firma digitale, che è stata una conquista storica strappata innanzitutto grazie a Riccardo Magi in Parlamento. Non avremmo mai immaginato di invitare il Presidente della Corte Costituzionale ad un nostro congresso ma dato che ormai si muove come un qualsiasi attore politico nel panorama nazionale, allora crediamo che questo sarebbe non solo opportuno ma necessario al confronto democratico”, concludono