“Lo diciamo da tempo e lo ha ripetuto senza mezzi termini nei giorni scorsi Carla Del Ponte, l’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia che, come noi con il nostro appello ‘Putin all’Aja’, chiede alla Corte Penale Internazionale di emettere subito un mandato d’arresto nei confronti di Putin”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi della giunta segreteria RI.
“Il mondo è sconvolto dalle atrocità rivelate dopo la liberazione di alcune città in periferia di Kiev: solo nel sobborgo di Bucha sono stati ritrovati circa trecento cadaveri in fosse comuni.
Decine di corpi giacciono per le strade, molti hanno le mani legate. L’incriminazione di Putin per crimini di guerra e crimini contro l’umanità costituirebbe la sua fine politica, come fu per Milosevic, che non perse subito il potere dopo l’incriminazione ma ne fu irrimediabilmente colpito e segnato. Il nostro appello ha già superato le 5000 sottoscrizioni e si può firmare sul sito radicali.it/putin-allaja.
Le parole chiare e forti di Del Ponte ma anche le immagini inequivocabili che ci arrivano da Bucha e da altre località ucraine, con le strade disseminare da cadaveri di civili, ci spingono ad andare avanti con ancora più convinzione; perché non c’è pace senza giustizia”, concludono.