Ucraina: Zelenskyy indica con chiarezza la responsabilità di Putin, chiediamo con un appello di incriminarlo all’Aja

“Mariupol, grande come Genova, è completamente distrutta; ce lo ricorda il presidente Volodymyr Zelenskyy in un Parlamento che risponde con applausi. Applausi che arrivano anche dai settori dove sono seduti deputati e senatori di partiti che, per oltre un decennio, hanno chiuso tutti e due gli occhi di fronte alla violenza e ai ricatti del regime di Mosca”, così in una nota Massimiliano IervolinoGiulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.


Firma l’appello Putin all’Aja


“Un silenzio che è stato complice. Zelenskyy, con passione, racconta delle bombe, dei missili che colpiscono le città ucraine dove vi sono torture, violenze, rapimenti ogni giorno. Non fa sconti e parla di quanto siamo legati al gas di Putin, un errore che come Radicali abbiamo denunciato per vent’anni senza trovare ascolto.

Per garantire la pace serve guardare in faccia la realtà. Una realtà che vede un responsabile innanzitutto, ‘una sola persona’ come dice il presidente ucraino: quella persona è Vladimir Putin. Per questo la risposta che offriamo alla politica, ai cittadini, alla società civile, alla pace, è l’appello per sostenere l’incriminazione di Vladimir Putin di fronte alla giustizia internazionale. Già migliaia di firme sono arrivate alla petizione ‘Putin all’Aja’ che può essere firmata sul nostro sito radicali.it. Perché chi si è macchiato di crimini di guerra e contro l’umanità deve risponderne davanti alla giustizia.

Un grande riconoscimento va al presidente del Consiglio Mario Draghi – aggiungono – che con parole commosse ha parlato dell’eroismo degli ucraini contro la ferocia di Putin e del nostro sostegno alla resistenza, perché oggi l’Ucraina non difende solo se stessa ma la nostra pace, la nostra sicurezza. ‘L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea’, dice Draghi; lo affermiamo da sempre ed è un piacere sentirlo dire con chiarezza dal nostro presidente. In questo percorso a lui chiediamo l’impegno di revocare le decine di onorificenze della Repubblica Italiana concesse a uomini di Putin dal 2014, ovvero dalla prima aggressione della Russia all’Ucraina; lo stesso premier Draghi si era impegnato pubblicamente a farlo su sollecitazione del deputato Riccardo Magi. Siamo certi che manterrà la promessa”, concludono.