“Auguriamo buon lavoro alla neo presidente Roberta Metsola, non condividiamo le sue posizioni conservatrici e anti-abortiste ma rispettiamo le sue opinioni e vigileremo affinché il suo operato rifletta i diritti di tutte le cittadine dell’Unione”, lo dichiarano in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, coordinatrice della rete Libera di abortire in seguito all’elezione della parlamentare maltese a presidente del Parlamento Europeo.
“Metsola si è dimostrata in preoccupante contraddizione con molte posizioni di numerosi Stati dell’Unione e del Parlamento europeo che si è espresso, anche di recente, censurando provvedimenti nazionali repressivi in materia di autodeterminazione della persona sulle scelte riproduttive.
A tal proposito, con una lettera appello, qualche giorno fa abbiamo sollecitato gli europarlamentari a riflettere sull’affidamento della presidenza ad una rappresentante politica che ha compiuto scelte legislative in contrasto con molte posizioni del Parlamento europeo a salvaguardia del diritto fondamentale alla salute, informazione, prevenzione, cura e alla libertà di scelta, come in ultimo rilevato nella risoluzione Matic approvata lo scorso giugno.
Come sosteneva la Giudice della Corte suprema americana Ginsburg”, proseguono, “le leggi sull’aborto definiscono l’identità di una nazione. Il diritto all’aborto libero e informato non è un diritto fra i tanti ma la matrice da cui deriva il rapporto fra lo Stato e le sue cittadine.
La nozione di forma di Stato, infatti, attiene principalmente al rapporto tra autorità e libertà, e i diritti riproduttivi sono da sempre tra i più importanti sintomi di autodeterminazione individuale. Pensare quindi che l’elezione di Metsola sia una vittoria, perché ‘da donna difenderà i diritti delle donne’, in un’Europa che sembra non avere le forze sufficienti per rispondere a ciò che accade tutti i giorni in Polonia e pensare che le negazioni del diritto all’aborto siano un valido prezzo da pagare pur di avere finalmente una donna, è venire accecati dal riflesso di speranze che non avranno quasi mai concretezza se continuiamo ad accontentarci delle briciole.
Ora non possiamo che augurare alla presidente del nostro Parlamento di saper guardare negli occhi i governi nazionali senza cedere alle loro impostazioni e tenendo conto delle prerogative consegnate da Trattati, atti e dichiarazioni, che sull’emancipazione delle donne e sui diritti hanno espresso una chiara posizione a favore della libertà di scelta di ogni cittadina e cittadino dell’Unione.
Vigileremo, mettendo in campo tutte le azioni a disposizione, affinché la presidente preservi l’identità laica e civile dell’Europa come elemento vitale per il rilancio dell’Europa stessa e come frontiera dei diritti”, concludono