Russia: l’ambasciatore Sergio Romano scambia guerra per un bisticcio

“In una ricostruzione che ha dell’incredibile Sergio Romano derubrica a ‘bisticcio’ la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina che ha provocato circa 15.000 vittime e centinaia di migliaia di profughi. Il tutto dentro i confini della nostra Europa; francamente inaccettabile”, lo dichiarano in una nota  Igor Boni, presidente di Radicali Italiani e Silvja Manzi, membro della direzione nazionale di Radicali Italiani a seguito dell’articolo a firma Sergio Romano pubblicato ieri dal Corriere della Sera e intitolato ‘Una Ucraina “neutrale” aiuterebbe Ue e Russia a raffreddare le tensioni’. “Ci sono domande alle quali l’ex ambasciatore Romano che si erge, non per la prima volta, a difensore del gigante russo, dovrebbe rispondere:

Come è possibile accettare una analisi che fa l’economia di un regime russo dominato dal nuovo Zar Vladimir Putin, che sta investendo una fortuna in azioni militari contro l’Ucraina e azioni di propaganda contro l’Europa? 

Come è possibile fare l’economia della continua interferenza russa in ogni tornata elettorale nei nostri Paesi, cercando di dare man forte ai movimenti più nazionalisti e anti europei che di volta in volta si presentano?

Come è possibile ignorare le elezioni farsa in Russia che di nuovo nelle scorse ore hanno dato a Putin pieni poteri? 

Come si può ignorare che l’annessione della Crimea da parte della Russia è avvenuta in violazione del diritto internazionale e che la responsabilità della mancata attuazione degli accordi di Minsk ricade sul Cremlino?

Come si può immaginare per l’Ucraina una neutralità, come se non fosse vittima di un’aggressione militare e come se Europa e Russia fossero la stessa cosa? 

Come si fa a non vedere che questa è solo la peggiore realpolitik sulla pelle dei cittadini?

Noi vogliamo una Ucraina sempre più europea e vogliamo lottare per una Russia democratica. Nessun silenzio sulla strage di diritto e di democrazia da parte del regime di Putin, in Russia e altrove, potrà risolvere il problema. Un problema che è IL problema dell’Europa. Perché una Russia amica dell’Europa è un obiettivo strategico da conquistare ma lo strumento per conquistarlo non è certo genuflettersi al dittatore russo”, concludono