
“In Molise la possibilità per le donne di abortire è ‘garantita’ da un solo medico non obiettore e in molte altre Regioni d’Italia non va granché meglio. Non è una notizia di oggi ma quanto da anni ci raccontano le stesse e sempre tardive relazioni al Parlamento sullo stato di applicazione della legge 194”, lo dichiara in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani.
“L’unica obiezione di coscienza legale è quella individuale. Se diventa di struttura è illegittima e non riconosciuta dalla legge. Tanto che ogni Regione ha il dovere di controllare che nel proprio territorio ciò non avvenga e il Ministero della Salute quello di controllare che le Regioni garantiscano pienamente i livelli essenziali di assistenza ai cittadini.
Il nostro Paese si trova dunque in una situazione di patente e protratta illegalità istituzionale, con costi altissimi, pagati anzitutto dalle donne. Al presidente della Regione Molise Donato Toma e al ministro della Salute Roberto Speranza chiediamo innanzitutto cosa ci sia ancora da attendere, da subire, prima di fare qualcosa. E nello specifico al ministro Speranza chiediamo anche attraverso la nostra campagna Libera di Abortire di compiere un primo importante passo: pubblicare la relazione sullo stato di attuazione della 194 che manca da febbraio”, conclude.
29 Luglio 2021
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