La Mozione e i documenti del I Comitato Nazionale del 4-6 giugno 2021

QUI la mozione particolare a prima firma Ghislandi.

Di seguito la mozione generale approvata con 31 voti a favore e 2 astenuti.

Il Comitato nazionale di Radicali Italiani, riunito il 4, 5 e 6 giugno 2021,

saluta con soddisfazione l’operato del Governo Draghi per quanto attiene alla presentazione in Europa del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza e per la campagna vaccinale, sottolinea come gli eccessivi squilibri macroeconomici evidenziati in questi giorni dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia siano dovuti all’alto debito, una protratta dinamica di bassa produttività, una bassa occupazione e una crescita limitata; ritiene che i prossimi mesi saranno cruciali per approvare le riforme strutturali richieste dall’Europa, condizione necessaria ma non sufficiente per far crescere e modernizzare l’Italia; evidenzia come l’ennesima crisi del sistema istituzionale italiano non faciliti il compito del Governo Draghi, infatti il sistema dei partiti – che da almeno 30 anni blocca qualsiasi cambiamento reale del Paese – vive in una campagna elettorale permanente che dimostra ancora una volta come la Riforma Americana delle Istituzioni sia l’unica capace a garantire governabilità e sviluppo;

ribadisce come la legge elettorale in senso uninominale si inquadri in una battaglia più ampia e complessiva per la riforma della società e dello Stato che da sempre i Radicali reputano centrale per la vita del Paese, tuttavia rileva come questa priorità venga ritenuta tale solo dal Movimento Radicale il che ne limita la riuscita anche attraverso il referendum, strumento previsto dalla Costituzione ma che sempre di più risulta un privilegio per grandi partiti e organizzazioni sindacali, per questo impegna gli organi dirigenti a continuare le interlocuzioni politiche affinché l’Italia adempia a quanto stabilito dal Comitato per i diritti umani dell’Onu, il quale ha riconosciuto che la legge del 1970 di disciplina del referendum lede i diritti politici dei cittadini e, in particolare, che le norme sulle modalità di raccolta firme sono state riconosciute come veri e propri ostacoli all’esercizio del diritto di iniziativa in favore delle grandi organizzazioni politico-sindacali; invita pertanto la Lega di Salvini che, con il PRNTT, ha presentato il 3 giugno sei referendum sulla giustizia, a impegnarsi in Parlamento affinché un diritto di pochi diventi un diritto di tutti;

ribadisce come Radicali italiani possa assumere un ruolo determinante nella misura in cui trovi strumenti e temi tali da riuscire a nutrire l’intero fronte liberale, democratico ed europeista di appuntamenti che in Italia possano segnare in modo evidente per milioni di cittadini l’avvio di una stagione di riforme; per questo accoglie l’invito dell’Associazione Luca Coscioni a promuovere la campagna di raccolta firme per indire un referendum sull’eutanasia legale, impegna quindi gli organi dirigenti, le associazioni Radicali e i punti di riferimento – a 8 anni dal deposito della proposta di legge Eutanasia Legale, dopo 2 richiami della Corte costituzionale ignorati dal Parlamento e in seguito alle numerose disobbedienze civili di Marco Cappato e Mina Welby – a mobilitarsi per dare il proprio contributo politico, economico e di mobilitazione al fine di raggiungere l’obiettivo delle 500.000 firme necessarie alla richiesta di referendum;

prende atto dei sei quesiti referendari depositati in Corte di Cassazione dalla Lega e dal PRNTT che riguardano l’elezione del CSM, la responsabilità civile dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abrogazione della legge Severino; condivide la centralità per l’economia e la vita civile e sociale del Paese di dette riforme strutturali, ribadita dall’invito rivolto al Parlamento dal governo Draghi a seguito degli impegni presi nei confronti delle istituzioni europee proprio in materia di giustizia. Per questo invita i propri iscritti e simpatizzanti a firmare i quesiti, anche al fine di sollecitare l’esito positivo di riforme parlamentari come chiesto in ultimo dall’Unione delle Camere penali.

segnala come il partito di Salvini continui a seguire le politiche securitarie sempre osteggiate dall’area Radicale, come dimostra la ribadita contrarietà da parte della Lega per l’abrogazione dell’ergastolo ostativo, la depenalizzazione dei reati minori, soprattutto quelli in materia di stupefacenti e di immigrazione; ritiene come, alla luce della forza di mobilitazione di Radicali Italiani e delle condizioni dovute alla pandemia da Covid 19, una eventuale raccolta firme su altri sei quesiti potrebbe compromettere l’obiettivo di raccoglierne 500.000 per il referendum “eutanasia legale” visto che, a differenza di quelli sulla giustizia, tra i promotori non ci sono forze politiche in grado di schierare, per esempio, 800 sindaci e circa 5.000 amministratori locali, come invece può fare la Lega; dà comunque mandato agli organi dirigenti di aderire all’iniziativa referendaria sulla giustizia e di chiedere i moduli ai promotori per le Associazioni Radicali che ne facessero richiesta; invita altresì tutti i partiti con rappresentanti locali ad attivarsi per sbloccare nei comuni gli intoppi burocratici relativi a certificazioni e autorizzazioni, costantemente presenti ad ogni tornata di raccolta firme referendarie;

ringrazia il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, Giuseppe Brescia, per essersi fin da subito mobilitato affinché lo Stato d’emergenza da Covid 19 non pregiudicasse la riuscita delle raccolte firme sui referendum; sottolinea come l’emendamento al decreto riaperture pensato da Radicali italiani, depositato grazie agli onorevoli Vittoria Baldino (M5S) e Riccardo Magi e cofirmato anche dall’Onorevole Giancarlo Iezzi (Lega)  che prevedeva l‘allungamento a quattro mesi del tempo limite entro il quale raccogliere le sottoscrizioni per tutte le richieste di referendum depositate quest’anno e il deposito degli stessi con le firme allegate non più entro il 30 settembre ma entro il 30 ottobre, sia stato purtroppo riformulato dal Governo eliminando la proroga al 30 ottobre e limitando la validità della raccolta per quattro mesi ai quesiti presentati entro il 15 maggio; dà mandato agli organi dirigenti di chiedere al Governo, e alle forze politiche della maggioranza, di tornare al contenuto dell’emendamento iniziale al fine di garantire parità di trattamento per i promotori dei referendum depositati nel 2021 e allo scopo di ottenere un mese in più di raccolta dalla fine dello stato di emergenza previsto per il 31 luglio del 2021;

ringrazia e rilancia l’appello portato avanti in queste ore dal Co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Gentili, e rivolto al Ministro della transizione digitale Vittorio Colao, affinché la firma digitale divenga immediatamente accessibile, al fine di consentire l’esercizio dei diritti democratici anche in tempo di pandemia, garantire la partecipazione anche ai cittadini disabili e agli italiani residenti all’estero, e in definitiva interrompere la violazione ai diritti politici acclarata in sede ONU; a tal fine rileva come la soluzione tecnologica basata sull’identificativo Spid sia già stata sviluppata dal Comune di Milano a partire dalla stessa piattaforma open source già adottata dal Dipartimento per la funzione pubblica per le consultazioni del governo italiano e sia quindi immediatamente disponibile per il riuso.

evidenzia come l’incontro avuto con il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, possa essere un inizio di dialogo e di iniziative comuni sul tema della democrazia nel nostro paese, a partire dalle proposte radicali discusse durante l’appuntamento al Nazareno e nelle settimane successive: attuazione dell’art. 49 della Costituzione, tempi certi di discussione delle leggi di iniziative popolari, allargamento della platea degli autenticatori, firma digitale, due per mille, legge elettorale e primarie per legge; ritiene che tali innovazioni negli strumenti e nelle procedure democratiche debbano essere una delle componenti di un più ampio intervento normativo che definisca nuovi standard a beneficio della partecipazione dei cittadini alla vita democratica nei vari livelli di governo, non solo nel momento elettorale, ma anche attraverso istituti deliberativi come quelli raccolti nel nuovo regolamento per la partecipazione del Comune di Milano, dà quindi mandato agli organi dirigenti di organizzare, insieme al Partito Democratico, e a tutti coloro che lo vorranno, un convegno sui temi elencati;

sottolinea come, in vista delle elezioni amministrative di quest’anno, il “Manifesto per le città Democratiche e Antiproibizioniste” ponga al centro del dibattito due questioni cruciali per lo sviluppo delle città: la costituzione reale delle Città Metropolitane e la lotta alle mafie attraverso politiche di legalizzazione delle droghe e di regolamentazione della prostituzione, invita quindi le Associazioni Radicali a convertire il “Manifesto per le città” in delibere di iniziativa popolare partendo dai testi che l’Associazione Radicali Roma depositerà in Campidoglio il 10 giugno e impegna quindi gli organi dirigenti a sostenere le campagne Roma Antiproibizionista e Roma Democratica e a fornire tutto il supporto necessario perché ciò avvenga in quante più città possibili; inoltre dà mandato agli organi dirigenti di sostenere la candidatura del Presidente Igor Boni alle elezioni Primarie del centro sinistra per l’elezione del prossimo candidato a sindaco per la Città di Torino e di fare tutto il necessario affinché l’interlocuzione con le forze politiche nazionali, a partire da quelle che aderiscono al referendum “eutanasia legale” e che condividono il “Manifesto per le città”, possa consentire la presentazione anche in altre città di candidature Radicali; 

indica come la campagna di Radicali italiani denominata “chiudiamo i conti con il passato” evidenzi come l’industria pesante italiana, nata per di più tra gli anni 50 e 60, abbia inquinato i territori soprattutto durante quei periodi storici in cui nessuna legislazione ambientale era vigente in Italia; sottolinea come la situazione sia migliorata poco nonostante la quasi totalità delle aree che ospitano questi complessi industriali siano state, nel 1998, denominate siti di interesse nazionale proprio al fine di prevedere una totale bonifica; ribadisce come per il caso di Taranto, e per altre zone italiane, le soglie di rischio e le soglie di contaminazione di elementi e composti inquinanti all’interno delle falde e dei suoli siano state abbondantemente superate; evidenzia come da una parte le bonifiche non siano più rinviabili e dall’altra come le azioni da mettere in campo per la transizione ecologica debbano indicare e favorire una nuova politica industriale che garantisca alle nostre imprese di essere competitive nel mercato globale; sostiene come “chiudere i conti con il passato” voglia dire anche risolvere i problemi ambientali sui quali pendono doppie sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea, come la questione della mancata depurazione di circa il 30% dei comuni italiani, le trenta discariche abusive ancora da bonificare a 35 anni dal primo censimento del Corpo forestale dello Stato e la cattiva gestione dei rifiuti in Campania, tutte questioni che vengono da lontano e che sono costate agli ignari cittadini italiani più di 600 milioni di euro di sanzioni versate alla Commissione europea; dà mandato agli organi dirigenti di chiedere al Governo la massima trasparenza sulle problematiche qui riportate attraverso la predisposizione di un sito web che preveda la pubblicazione semestrale delle informazioni riguardanti la percentuale di bonifiche effettuate sui suoli e sulle falde per ognuno dei siti di interesse nazionale e lo stato dell’arte delle procedure di infrazione arrivate a doppia condanna da parte della CGUE, in particolare con la pubblicazione dell’ammontare delle sanzioni semestrali e dei luoghi e delle cause della relativa semestrale inadempienza;

condanna l’assoluta gravità della repressione perpetrata dal regime del dittatore Luckashenko nel cuore dell’Europa, apice della quale il dirottamento del volo di linea Ryanair per il solo scopo di arrestare il giornalista e oppositore politico Roman Protasevich, a cui successivamente è stata estorta una confessione forzata sotto minaccia e tortura. Salutapositivamente le reazioni della comunità internazionale e dell’Unione Europea per il contrasto della repressione in Bielorussia e sottolinea la necessità di mantenere alta l’attenzione e invita gli organi dirigenti a proseguire le iniziative a sostegno della leader Svetlana Tsikhanouskaya, nonché al fianco dei manifestanti che, da quasi un anno, rischiano la vita, l’incolumità e la libertà personale per ottenere libere elezioni e una netta democratizzazione del Paese. Condanna altresì il tentato omicidio, l’arresto e la reclusione dell’oppositore Alexey Navalny da parte delle autorità russe e del Presidente Vladimir Putin, guardando con preoccupazione il sempre più forte pugno di ferro esercitato nei confronti di oppositori politici, giornalisti indipendenti e manifestanti democratici, nonché il rafforzamento in chiave anti-occidentale dell’asse geopolitico tra la Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping. Denuncia il colpo di stato e la successiva, spietata, repressione armata della giunta militare birmana nei confronti dei propri stessi cittadini e riconosce il governo eletto di Aung San Suu Kyi come unico governo legittimo del Paese. Infine ribadisce le violazioni continue e intollerabili dei diritti umani e politici perpetrate dal regime cinese nei confronti dei cittadini cinesi e della regione amministrativa speciale di Hong Kong, manifestando nuovamente la propria solidarietà agli attivisti e ai rappresentanti delle opposizioni democratiche in prigione o sotto processo.      Per quanto sopra espresso e per la sensibilità politica mai mancata a Radicali Italiani nei confronti del panorama internazionale dello stato di diritto, impegna gli organi dirigenti a dare corpo sul territorio a iniziative di sostegno concreto alle istanze democratiche anche al di fuori dei confini italiani;

ribadisce l’importanza dell’impegno assunto nella mozione generale dell’ultimo congresso per una campagna di informazione, dibattito pubblico e istituzionale, sulla mancata applicazione della legge 194 a 43 anni dalla sua approvazione. Sottolinea il lavoro dei dirigenti e militanti per l’avvio della campagna “Libera di abortire” realizzata anche grazie alla scelta di destinare su questa una quota delle somme spettanti ai sensi della legge sul 2xmille ad iniziative volte ad accrescere la  partecipazione attiva delle donne alla politica. Ringrazia altresì le associazione che per prime hanno voluto promuovere o aderire insieme a Radicali italiani. Tra queste ricordiamo “UAAR”, “IVG ho abortito e sto benissimo“, “Non è un veleno”, le federazioni dei Giovani Democratici di Abruzzo, Marche, Toscana, Lazio, Milano, Firenze, Prato, Fermo, “Prime Donne” di +Europa, Ass. Si Può Fare, TAKE… ACTION!, Comitato Ventotene, Futuro Liberale e “Uonnabi – collettivo di advocacy digitale Torino”. Esprime infine un ringraziamento ai primi 4 mila firmatari all’appello rivolto al governo e al ministro della Salute e ai 120 micro donatori che hanno contribuito finora alla campagna. Invita le associazioni radicali, i punti di riferimento e i militanti ad organizzare momenti di informazione, approfondimento e mobilitazione, arricchendo la campagna con proposte anche locali. Dà appuntamento per la prima mobilitazione coordinata insieme all’UAAR e a tutti i promotori per il prossimo 19-20 giugno in diverse piazze italiane per raccogliere firme sull’appello al ministro della Salute Speranza e diffondere il vademecum “Libera di sapere – Libera di abortire”; 

invita attivisti e iscritti ad aderire alla mobilitazione lanciata da Meglio Legale per il 11-12-13 giugno al fine di sollecitare il Parlamento alla discussione sulla legalizzazione della coltivazione domestica di cannabis, ribadendo l’importanza del lungo lavoro di coordinamento parlamentare portato avanti in particolare da Riccardo Magi.

Sottolinea l’importanza del lavoro di monitoraggio svolto da Radicali italiani con la campagna Ero straniero sugli esiti della regolarizzazione 2020, a cui grande attenzione è stata data dalla stampa nazionale: sono solo 11.000, su 220.000 che hanno fatto domanda, le persone che oggi hanno in mano un permesso di soggiorno per lavoro (il 5%) mentre altri 20.000 permessi sono in via di rilascio. A un anno dalla misura, quasi 200.000 persone sono ancora in attesa di una risposta, senza poter accedere pienamente alle tutele e ai diritti previsti per chi lavora in Italia, incluso il pieno accesso al sistema sanitario. Nello stesso tempo, poiché nonostante la “sanatoria”, la legge attuale sull’immigrazione continua a creare nuova irregolarità, ribadisce l’impegno del movimento affinché Governo e Parlamento procedano con interventi a lungo termine che  favoriscano legalità e integrazione, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero, ferma in Commissione affari costituzionali della Camera, la cui approvazione non può più aspettare.

Il Comitato ringrazia i 355 iscritti a quota piena e i 61 iscritti parziali e conferma l’impegno nel proseguire la campagna straordinaria di iscrizioni al Movimento. Impegna la Dirigenza a promuovere una nuova mobilitazione nazionale sulle carceri prevedendo, al termine della raccolta firme per i Referendum (nonché quando la situazione pandemica lo permetterà), delle visite negli istituti detentivi italiani.

Massimiliano Iervolino
Giulia Crivellini
Igor Boni