Videocamere di sorveglianza in nidi e micronidi in Lombardia: La montagna ha partorito il topolino. Un flop ridicolo, adesioni scarsissime. A chi è servito?

Era il 2018 quando la giunta regionale della Lombardia approvava la legge regionale 18/18: “Iniziative a favore dei minori che frequentano i nidi e micronidi” che prevedeva la possibilità, su base volontaria, di istituire sistemi di videosorveglianza all’interno delle istituzioni scolastiche dei più piccoli. La legge prevedeva lo stanziamento di una cifra considerevole, pari a € 600.000,00. Oggi, a distanza di tre anni, nella Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Lombardia si è votata la relazione informativa che, per regolamento, dà aggiornamenti sullo stato di attuazione.

In particolare, dalla relazione si evince che su un totale di 534 strutture fra nidi e micronidi sul territorio lombardo, solamente 61 hanno fatto domanda per ottenere il contributo economico necessario all’installazione degli impianti, e solo 38 di queste hanno effettivamente visto la loro domanda accolta. Statistiche che lasciano intuire un sostanziale fallimento dell’iniziativa, con lo spreco di tempo e di risorse che ne conseguono.

Nel tempo, il gruppo Più Europa/Radicali in Regione Lombardia si era speso a più riprese contro l’approvazione della legge. A novembre 2018, in occasione della discussione in aula del provvedimento, il consigliere Michele Usuelli aveva  presentato 100 emendamenti al testo, sottolineando l’irricevibilità della proposta di installare telecamere per prevenire fenomeni di maltrattamento, posta l’assenza di dati scientifici a sostegno, così come la contrarietà di tutti i pedagogisti all’introduzione di una simile misura.

Piuttosto, lo stesso Usuelli aveva indicato l’opportunità, visti gli stanziamenti economici, di investire su iniziative di formazione degli operatori e quindi di reale prevenzione, come i test attitudinali per gli operatori per una valutazione seria dei tirocini, o i test periodici di autocontrollo per monitorare lo stato di stress degli educatori.

Sempre a novembre 2018, inoltre, il gruppo aveva organizzato una conferenza stampa insieme ad alcuni tra i più qualificati operatori nel campo della pedagogia e dell’educazione, tra cui la prof.ssa Susanna Mantovani, già Preside della Facoltà di Scienze della formazione e Pro-Rettore vicario dell’Università di Milano Bicocca e il dottor Daniele Novara, pedagogista, scrittore, direttore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti e responsabile scientifico della Scuola Genitori, al fine di illustrare l’inutilità del provvedimento.

“Fin dall’inizio noi di Più Europa/Radicali ci siamo opposti a questa scelleratezza delle telecamere negli asili, gli unici in tutto il Consiglio regionale. Abbiamo presentato 100 emendamenti, fatto proposte concrete e organizzato incontri pubblici con i migliori pedagogisti italiani, ma nessuno ci ha ascoltato”, ha spiegato Michele Usuelli, consigliere regionale di Più Europa/Radicali in Lombardia. “L’avevano annunciata come una legge che avrebbe cambiato il volto della sicurezza nelle scuole. Ebbene, oggi prendiamo atto che la montagna ha partorito un topolino, e vediamo le conseguenze di questa legge insensata: il tasso di adesione da parte di nidi e micronidi nei due anni è stato minimo, e nel frattempo non si sono compiute azioni reali e positive sul fronte della prevenzione. Perciò io chiedo: a chi è servito tutto questo?”.