“La vicenda che ha coinvolto Davigo e Storari è l’ennesima prova di quanto possa diventare squallida, parziale e correntizia l’amministrazione della giustizia”, lo afferma in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.
“Aggettivi peraltro riferibili all’esercizio stesso del potere, non solo pubblico, quando è autoreferenziale e manca di efficienti strumenti di controllo.
Per la magistratura tutto è reso ancora più opaco dalla politicizzazione, ai massimi livelli, della funzione di controllo”, continua.
“Così fatalmente succede che lo sporco venga fuori quando sono coinvolti interessi personali degli stessi magistrati più che quando sia leso l’interesse pubblico.
I comportamenti ordinariamente sciatti, dozzinali, superficiali di cui anche i magistrati, come il resto degli uomini, sono autori li subiscono le persone normali. Inutile chiederne conto.
Quello che colpisce della storia dei verbali non è l’ipotesi di reato in sé, per la quale attendiamo il giudicato, è piuttosto la leggerezza con cui si possano maneggiare atti d’indagine.
Che il pensionato Davigo a cuor leggero e senza esserne titolato riceva atti da un PM di ruolo e poi questi atti finiscano sui giornali è una cosa che fa paura.
Soprattutto se declinata alla luce dei ‘solidissimi’ principi inquisitori a cui Davigo si è sempre ispirato. Davvero è necessaria una riforma della magistratura.
Come dice il presidente emerito della Corte Costituzionale Flick la soluzione non sta, però, in una commissione d’inchiesta che finirebbe per somministrare qualche polpetta avvelenata. C’è bisogno di una riforma parlamentare della giustizia”, conclude.