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Rappresentanti di Mediterranea indagati per favoreggiamento a immigrazione irregolare, Usuelli: Il processo si concluderà nel nulla, il trasbordo dalla Etienne servì a salvare vite

“Mare Jonio pagata per trasbordo migranti. Quattro indagati dai pm di Ragusa, anche Luca Casarini, Alessandro Metz e Beppe Caccia”. La notizia di questi giorni, passata sotto traccia ma di grande rilevanza dal punto di vista politico sul fronte dell’immigrazione, riguarda la vicenda del trasbordo di 27 migranti avvenuto nell’estate 2020 tra la petroliera danese Etienne e il rimorchiatore Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. 

Questi i fatti, in estrema sintesi: il 5 agosto 2020 la petroliera Etienne, di proprietà della Maersk, una delle compagnie di navigazione più grandi al mondo, raccoglie 27 persone in mezzo al mare. Resta bloccata per 37 giorni. Mediterranea riceve la chiamata di soccorso dalla Etienne mentre si dirigeva verso il Mediterraneo centrale per una missione; dopo un sopralluogo medico dei naufraghi a bordo, si decide per il trasbordo su Mediterranea. In assenza di qualsiasi azione delle autorità, la petroliera Etienne riparte. Mediterranea riceve dalle autorità un POS in Sicilia e sbarca le 27 persone. Nasce un rapporto di conoscenza. Maersk invita Mediterranea ad un convegno con l’associazione degli armatori danesi. Essi fanno una donazione a Mediterranea. I PM di Ragusa aprono una inchiesta per favoreggiamento all’immigrazione irregolare con aggravante di aver agito per scopo di lucro.

Questo il commento di Michele Usuelli, medico di bordo del rimorchiatore Mar Jonio di Mediterranea Saving Humans e membro del comitato garanti di Mediterranea (insieme tra gli altri a Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto, Pierfrancesco Majorino, Nicola Fratoianni, Pietro Bartolo, Massimiliano Smeriglio e Matteo Orfini): 

“L’importante che le vite alla fine siano state salvate. Quella immigrazione non fu irregolare e quindi tra molti anni e con molte spese, il processo si concluderà nel nulla. Tutto il materiale sequestrato blocca oggi lo sforzo di Mediterranea di tornare in mare. È importante rivendicare: il diritto di un armatore di non essere bloccato nel suo lavoro per aver salvato vite; il diritto di un armatore di donare soldi a chi per mission salva le vite in mare; Mediterranea deve rivendicare il suo dovere di chiedere e ottenere donazioni per un servizio in sostituzione delle istituzioni, fornendo servizi di salvataggio anche ricevendo del danaro da un operatore privato che aveva salvato decine di vite umane ma che fa un altro mestiere – dichiara Usuelli. “Quello che non doveva accadere è questo dispendio di risorse ed energie per le indagini che “sono state affidate a un gruppo interforze composto da militari del nucleo Pef della Guardia di finanza di Ragusa e da poliziotti della Squadra Mobile della Questura del capoluogo Ibleo e da personale della sezione Operativa Navale delle Fiamme gialle di Pozzallo e della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Pozzallo. Sono arrivati a Venezia per le perquisizioni con un aereo della GdF. Non credo sarebbe successo se in Italia vi fosse la responsabilità civile dei magistrati, il referendum Tortora stravinto e disatteso”. Aggiunge infine Usuelli: “Da tenere sotto controllo l’assedio al Ministro Lamorgese da parte di sottosegretari di sottocultura che bramano la delega alla immigrazione”.