Nella giornata di ieri, 1 dicembre, in Consiglio regionale della Lombardia si è discussa e approvata una mozione a firma Michele Usuelli, medico e consigliere regionale di Più Europa-Radicali, sul tema della riforma dei DRG, i raggruppamenti di diagnosi secondo i quali il sistema sanitario nazionale dà rimborsi e finanziamenti alle aziende ospedaliere, sia pubbliche che private. In Lombardia questo sistema, da rimodernare, rappresenta una quota di finanziamento verso gli ospedali percentualmente minore rispetto alle altre regioni, sebbene sia il più trasparente ed efficace. Le voci di finanziamento discrezionali sono ancora troppo importanti e, caso unico in Italia, in Lombardia tutte le aziende ospedaliere da alcuni anni chiudono il bilancio “magicamente” in pareggio.
Per questo, Usuelli ha proposto di rivedere complessivamente il sistema, innanzitutto aumentando il rimborso per patologie diffuse tra la popolazione, ma che essendo rimborsate troppo poco nessuna azienda ospedaliera pubblica e privata vuole erogare; inoltre la riforma costituisce una opportunità di ricalibrare i rimborsi rispetto al peso medio della patologia: un’appendicite non può essere rimborsata come l’atresia dell’esofago, il più complesso intervento di chirurgia neonatale. Infine, la revisione DRG offre una occasione di sviluppo verso il futuro del sistema sanitario: differenziando i rimborsi sulla singola patologia con premialità per chi utilizza tecniche che riducano mortalità e complicanze, si migliorerebbe la qualità di cura a beneficio dei cittadini stimolando l’aggiornamento dei medici ed investimenti tecnologici appropriati.
“In Lombardia il sistema dei DRG viene usato solo per il 60-70% dei rimborsi delle prestazioni sanitarie, mentre il resto è erogato tramite contributi non a prestazione, quindi discrezionali. Ciò rileva una ancor molto alta opacità nel trasferimento dei fondi pubblici alle aziende ospedaliere. Aziende che, peraltro, per scelta della Regione Lombardia, presentano Conti Economici sempre a zero (uniche in Italia) rendendo difficile la valutazione delle gestioni e i confronti nel tempo”, spiega Usuelli.
Lo stesso sistema dei DRG, inoltre, è rimasto fermo al 2008 in termini finanziari, e necessita di un aggiornamento. “Un ammodernamento dei DRG offre anche la possibilità di nuove scelte di visione riguardo a patologie che potrebbero/dovrebbero essere trattate con tecniche innovative. Così, si potrebbe premiare in maniera differenziata chi utilizzi la tecnica di cura migliore (ovvero quella che consente minor mortalità e complicanze) nella gestione della stessa patologia”, dice Usuelli.
Un esempio calzante è quello delle tecniche chirurgiche, differenziate fra “tradizionale”, “laparoscopica” e “robotica”. “La chirurgia robotica è un tipo di tecnica chirurgica effettuata grazie a tecnologie avanzate, che prevedono l’utilizzo di una sofisticata piattaforma chirurgica in grado di riprodurre, miniaturizzandoli, i movimenti della mano umana all’interno delle cavità corporee. Si tratta di un approccio chirurgico migliorativo in termini sia di mortalità che di outcome, per cui avrebbe senso investirci. In Lombardia, però, rimane appannaggio del settore privato accreditato”, spiega Usuelli. “In più, in Lombardia la chirurgia robotica viene favorita solo per la prostatectomia, mentre altre regioni, come il Veneto e la Toscana, la utilizzano anche per altri tipi di intervento come la nefrectomia parziale (l’asportazione del rene) e l’isterectomia (asportazione dell’utero). Questo comporta, di fatto, una discriminazione di genere nella nostra regione: aggiornare il sistema di DRG per renderlo al passo coi tempi e con l’innovazione consentirebbe invece sia di ottimizzare la spesa sanitaria, utilizzando le tecniche meno invasive lì dove è più utile, sia di eliminare qualsiasi disparità di genere”, conclude Usuelli.
La mozione, approvata con “Invita”, dunque, porterà la giunta ad effettuare una revisione generale del modello di finanziamento delle strutture attraverso i DRG, aumentando la percentuale di fondi, rendendo il sistema più trasparente e misurabile, favorendo un accesso equo ed uniforme alle procedure mini invasive per tutta la popolazione, infine rendendo il modello lombardo un esempio virtuoso di riferimento per le altre regioni. “Si tratta di un primo passo per correggere i vulnus del sistema lombardo in maniera trasparente, equa e innovativa”, ha concluso Usuelli.
2 dicembre 2020